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Un sorso di Romagna con Slow Wine

Alla presentazione di Slow Wine a Milano ho assaggiato alcuni vini di Romagna: Albana, Trebbiano e, ovviamente, Sangiovese.

Sta fermo lì che te lo do io il promemoria… Ve lo ricordate? Niente a che vedere, beninteso, con l’attuale, splendido momento dei vini di Romagna, ben tratteggiato nell’introduzione alla regione nell’edizione 2023 della guida.

Di ritorno da Milano, eccovi, dunque, accontentati con qualche segnalazione vinosa: nel mio caso – ma mi rendo conto non sarà lo stesso per tanti di voi, che questi vini già li conoscete – c’è tanto del “gusto della scoperta” che non deve mai abbandonare noi enocuriosi.

Parto dall’unico nome che, se non altro, mi era almeno già noto – quello di Marta Valpiani da Castrocaro Terme –, per parlarvi del Romagna Albana Secco Madonna dei Fiori 2021 (vino slow). Dalle vigne più vecchie dell’azienda, a dimora su suoli argillosi, ecco un bianco che non può lasciare indifferenti per il sorso innervato di sapidità, aggraziato, nondimeno incisivo nella dinamica gustativa.

Ancora protagonista l’albana nei due vini di Giovannini (grazie a Paride Cocchi per la dritta). Buono il GGG 2020 (vino slow), etichetta che contempla una breve macerazione; ancora meglio, secondo me, il Romagna Albana Secco GioJa 2021. Complice l’annata favorevole, il bianco sulla carta più semplice di Jacopo Giovannini è sinuoso e scorrevole al tempo stesso: il suo lato “caldo” si rinviene nei profumi e nell’ingresso al palato, mentre la componente più verticale risulta nitida nella beva salina e allungata.

Poteva mica mancare il Sangiovese? Macché. Bene i due rossi di Chiara Condello, con il Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Ris. 2019 a calamitare l’attenzione per finezza e nitore, con un tannino solido e levigato.

Like convinto anche per il Romagna Sangiovese Sup. Predappio di Predappio Vigna del Generale Ris. 2019 (vino slow), dalle uve di un vigneto battezzato con il soprannome del precedente proprietario, che spicca per grazia e profondità. Sempre Fattoria Alessandro Nicolucci, una delle 10 nuove chiocciole dell’edizione 2023 di Slow Wine (grazie a Federica Randazzo per la dritta), firma un piccolo grande bianco da un particolare clone di trebbiano, detto “fiammarossa” per la colorazione dell’acino ad avvenuta maturazione. Se vi capita a tiro, provatelo!

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