Tra le cose che proprio non mi vanno giù, in fatto di vino, una è che i bianchi bisogna berli d’annata, l’altra è che i rossi con il pesce, proprio no.
Se oggi non è più un tabù bere bianchi (più o meno) invecchiati, vedersi stappare un rosso in accompagnamento a preparazioni (più o meno elaborate) a base di pesce è, invece, ancora inusuale. Eppure, non mancherebbero vini adatti allo scopo. Penso, per esempio, ai Piedirosso dei Campi Flegrei, spesso e volentieri abbinati, con successo, a zuppe di mare in rosso; o anche ai Rossese di Dolceacqua, da provare con il baccalà.
Sul tema, segnalo un riuscitissimo abbinamento, anche cromatico, sperimentato ad Osteria Arbustico* a Capodanno: astice, schiuma di provola e rapa rossa con Cheverny** Rouge “La Caillère” 2015 di Clos du Tue–Boeuf, che per la cronaca è un pinot noir in purezza o quasi golosissimo, succosissimo e ruspantissimo (nell’accezione più positiva del termine).
Insomma, vino rosso e pesce si può eccome. Lo stesso produttore, al secolo Thierry Puzelat, sembra volerlo urlare in questa foto trovata sul web: aòò, avete capito?? 😀
* Valva sarà pure fuori mano ma dalla cucina di Cristian Torsiello (una stella michelin dal 2016) escono tante cose buone. Per esempio, un‘entrée di ostrica, patate e nocciola e un risotto (da manuale) allo zafferano, succo di cipolla e porcini. Al fratello Tomas, in sala, vanno invece i complimenti per le scelte affatto banali intraviste in cantina, che denotano sensibilità anche nel ragionato, ma non ostentato, ricorso alla letteratura più naturalista.
** denominazione della Loira di cui sconoscevo persino l’esistenza, sino a quando non mi sono imbattuto nell’ottimo Cheverny Rouge di Hervé Villemade, validissimo esempio di vino glu glu (cit).