[aggiornamento] A questo link, i 4 vini sanniti premiati: tutti bianchi da uve falanghina.
È di questi giorni la notizia di un altro importante riconoscimento per i vini del Sannio, quello assegnato dalla guida del Gambero Rosso, per il miglior rapporto qualità/prezzo, alla Falanghina del Sannio “Svelato” 2014 di Terre Stregate* (leggi qui e qui). Non a caso, credo, ché la Falanghina del Sannio è il vino che (forse) meglio rappresenta oggi il #Sannioshire.
Così la guida curata da Marco Sabellico, Gianni Fabrizio, Eleonora Guerini, nella motivazione del premio speciale: «[…] si avvia a diventare un classico non solo del territorio ma dell’enologia campana. Ha un colore paglierino verdolino brillante, naso intenso e ricco che richiama la rosa, il frutto giallo, le spezie e la vaniglia. Al palato è ampia, prorompente e chiude lunga, fresca e vitale su suggestioni agrumate».
Bene ha fatto Libero Rillo, titolare di Fontanavecchia e presidente (dal giugno 2010) de Il Sannio Consorzio Tutela Vini, a sottolineare che «il premio vale doppio», essendo un riconoscimento anche per l’intera denominazione, oggi forte di una rinata considerazione sia da parte dei consumatori che della critica specializzata**.
Per la cronaca, sono 4 le aziende premiate con i 3 bicchieri nella guida 2016, ma non ho capito con quali vini esattamente (a parte Terre Stregate con la Falanghina del Sannio “Svelato” 2014). Conferme per Fontanavecchia e La Guardiense, mentre la new-entry è Torre a Oriente.
* Dell’azienda di Guardia Sanframondi, ho assaggiato – proprio di recente – il vino premiato dal Gambero ed il Greco Sannio “Aurora” 2014: avevo preferito quest’ultimo, specialmente per le minori concessioni al dolce. Riproverò, ovviamente.
** Basti pensare che nelle ultime sei edizioni della guida del Gambero Rosso, in ben 3 (2010, 2011 e 2013) il Sannio era completamente assente nell’elenco dei vini premiati con i 3 bicchieri.