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La 2023, un’annata maledetta per il vino (ma non solo)

Grandine 23 settembre 2023

Ce la ricorderemo tutti questa pazza annata 2023. Se la ricorderanno soprattutto loro, purtroppo, i vignaioli campani che hanno dovuto assistere impotenti alla violenta grandinata di questa mattina, sabato 23 settembre 2023, che ha colpito i vigneti di alcune zone tra Sannio, Casertano e Irpinia.

Non ci poteva essere epilogo peggiore per un’annata balorda, caratterizzata da 40 giorni di piogge continue in primavera e violenti attacchi di peronospora (malattia fungina di cui avevo parlato in un’intervista al professore Maurizio Paolillo), che già avevano drasticamente ridotto la produzione potenziale dei vigneti. Per non parlare dei cinghiali, un’altra emergenza cui porre rimedio.

Un vero e propio “baratro climatico”, come ha efficacemente sintetizzato Giancarlo Gariglio nell’introduzione a Slow Wine 2024 che presenteremo il 7 ottobre prossimo a Milano: «Le vignaiole e i vignaioli lo hanno abbondantemente compreso grazie a un 2023 dalle condizioni che definire avverse ed eccezionali è dir poco: grandinate distruttive ed estese come non mai, ondate di calore che hanno accartocciato le foglie delle viti, peronospora che ha dimezzato la produzione di intere regioni, flavescenza che sta cancellando la coltivazione di alcune varietà, insetti importati da altri continenti contro i quali non sappiamo come comportarci».

C’è scoramento e rassegnazione. Le parole di Giampiero Rillo (Cantine Tora) rappresentano un comune sentimento: «questa vendemmia 2023 è forse la più difficile dell’ultimo ventennio, abbiamo combattuto contro le piogge incessanti, la peronospora, i cinghiali ed oggi l’ultima stangata, una brutta grandinata. Il vino non è una semplice bevanda, è il frutto delle preoccupazioni degli agricoltori, dei sacrifici degli stessi, delle difficoltà delle aziende, quando lo acquisterete e lo degusterete rispettate queste figure. Rispettate l’uomo per primo».

[ph Fulvio Cautiero]

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