Una dichiarazione di amore per la Falanghina, quella di Riccardo Cotarella.
L’occasione è stata la presentazione a stampa ed operatori del nuovo corso di Antica Hirpinia, che ha visto la partecipazione del celebre enologo (nella foto).
Durante le degustazione dei vini della cooperativa taurasina, il winemaker toscano, che vanta numerose collaborazioni da Nord a Sud, si è soffermato su un paio di aspetti che reputo assai interessanti per il comparto vinicolo sannita e, più in generale, per l’intera realtà produttiva della Campania.
Ha parlato, innanzitutto, di falanghina. Sono lontani i tempi in cui si guardava a questa varietà tipicamente campana (una delle uve a bacca bianca più note in Italia) come poco adatta alla produzione di vini di pregio. L’Irpinia stessa, continua sempre Riccardo Cotarella, è da ritenersi una zona di elezione per quest’uva «che si veste degli odori, colori e sapori del territorio dove nasce».
L’altro spunto da annotare è quello sulle grandi potenzialità della Campania per la produzione di vini spumanti. «Il fatto di essere terra (anche) di grandi rossi da uve a maturazione tardiva – dice Cotarella – consente, con un’attenta gestione del diradamento e una vendemmia manuale anticipata, di portare in cantina grappoli perfetti per la produzione di spumanti», tipologia che nel 2016 ha trainato la crescita dell’export italiano.
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