Conosco poche etichette più evocative* di quella del cru Particella 928 del Fiano di Avellino di Cantina del Barone. Impossibile non riconoscervi la piccola vigna di forma trapezoidale, dalle cui uve provengono le circa 4 mila bottiglie prodotte annualmente, di fianco al noccioleto che da’ il nome alla contrada omonima di Cesinali. Luigi Sarno ha la mia...
Leggi di PiùI nomi di Agnès e René Mosse erano per me sconosciuti quanto i loro vini. Ma da queste parti si rincorre continuamente la scoperta ed è stato bello affondare il naso nel bicchiere, per ritrovarsi, un attimo dopo, a Saint Lambert du Lattay. Le Rouchefer rappresenta (probabilmente soltanto) per il sottoscritto una vera e propria rivelazione....
Leggi di PiùIl mio francese funziona male male male (cit.), perciò ho probabilmente capito pochissimo di quello che Charles Dufour ha raccontato dei suoi Champagne, a Roma, una decina di giorni fa. Mi sovviene in aiuto il sito internet del distributore italiano, da cui traggo conferma del fatto che dopo alcuni anni di impegno...
Leggi di PiùNella mia personalissima top-e–qualcosa, da imperterrito bianchista quale sono, il Verdicchio dei Castelli di Jesi occupa uno dei primissimi posti. Quello di Riccardo Baldi, declinato nelle due etichette La Staffa e Rincrocca, è senzadubbiamente (cit.) tra i miei preferiti oltre che uno dei più interessanti della denominazione. La storia di Riccardo – parole sue – è quella di...
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Chevreux-Bournazel è un nome completamente nuovo per il sottoscritto e lo Champagne La Parcelle di questo giovanissimo domaine, condotto secondo i crismi della biodinamica in quel di Connigis, è declinato in due etichette ottenute da sole uve pinot meunier, ma con differente dosaggio (un dosage zéro e un extra-brut da 4 g/l). La produzione è più che confidenziale....
Leggi di PiùFa bene al cuore vedere come la passione di Antonella Lonardo e Flavio Castaldo e quella di Chiara e Francesco Romano sia cresciuta nella dimensione del “noi”, con una sinergia di intenti tra le rispettive aziende – Cantine Lonardo (a Taurasi) e Antico Castello (a San Mango sul Calore) – impegnate nel fare qualità in un territorio che ha...
Leggi di PiùIl bello del vino -credetemi, non è una frase fatta- è trovarsi davanti ad un bicchiere per scoprire luoghi, storie, persone. Così, la degustazione di giovedì scorso a Roma, non è stata soltanto la presentazione degli champagne Moussé, ma anche l’occasione per conoscere Cédric Moussé, quarta generazione di vignaioli nella Vallée de la Marne. Tra...
Leggi di PiùQuando l’ho incontrata la prima volta, Arianna Occhipinti non era ancora l’icona del vino “naturale” siciliano che è oggi. Quella sera a Milano – era il novembre del 2010 – raccontò se stessa e i suoi vini a Enocratia. Non l’ho più vista da allora né ho letto Natural Woman, ma per fortuna non...
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Il Fiano di Avellino “Clos d’Haut” 2013 di Villa Diamante se la gioca coi grandi bianchi di Borgogna (e costa meno pure). In un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul suo sito internet, con annessa short list di vini italioti da tenere assolutamente in cantina*, Jancis Robinson ha invitato i produttori italiani a dimenticare i...
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Sei annate del Taurasi “Poliphemo” di Luigi Tecce, talentuoso vigneron di Paternopoli. La “linea dell’eleganza” secondo Luigi Tecce è una retta che, nel mondo del vino, passa solo per alcuni terroir: la Borgogna dei grandi pinot noir, il Piemonte (leggi non-solo-Langhe) dei nebbiolo, la Toscana dei migliori sangiovese (più Chianti Classico che non Montalcino), la Campania...
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