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Cose che farò al prossimo Vinitaly (e cose che mi piacerebbe fare)

Anche quest’anno mi sono sparato due giorni a Vinitaly. Solo una capatina sull’altra sponda del vino (a Cerea, dove si svolgeva VinoVinoVino), prima del rientro definitivo a Milano. Non pervenuto a VinNatur ché la destinazione è per me logisticamente improponibile (pure Cerea, per la verità, non è tanto comoda).

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Non più di due giorni, questa è la mia regola fondamentale. Tanto io alle fiere ci vado per cazzeggiare ché il vino è soltanto passione, niente più (e perciò non può monopolizzare la mia vita – bene, l’ho detto).

Cose che farò sicuramente al prossimo Vinitaly? Mi procurerò una/due protesi d’emergenza per la batteria del mio iPhone che puntualmente mi abbandona nelle prime ore del pomeriggio.

Cose che mi piacerebbe fare al prossimo Vinitaly? Poter utilizzare meglio la rete. Non so voi, ma io quest’anno ho avuto un mucchio di problemi… Il sogno è un collegamento internet per tutti i padiglioni, non solo per quelli delle regioni che c’hanno visto lungo e hanno messo a disposizione di tutti il wi-fi gratuito (vedi la Sicilia, per esempio, ma ce n’erano anche altre).

E poi, magari, prendermi un po’ di tempo per visitare per benino la città; visto che, anche stavolta, l’Arena l’ho vista soltanto dall’esterno (la foto l’ho scattata pure di fretta, mentre mi affannavo a prendere la navetta per la fiera a piazza Bra).

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(5) Commenti

  1. Ciao Alessandro!
    Anch’io dico sempre due giorni e basta, ma poi, il fatto di essere a 20 km mi condiziona a ritornare almeno per tre! Ti ringrazio per la passeggiata assieme tra gli stand e per la visita all’azienda che produce le bollicine da Aglianico del Taburno. Questa mattina sono stata al seminario di Luciano Pignataro e Monica Pisciella sull’ Asprinio ed è stata un’ulteriore esperenza l’assaggio dello spumante della Tenuta Spada! Il mio cuore bianchista batte a Soave e in Campania, come tu sai. Un caro saluto
    MG

  2. Alessandro, volevo ovviamente dire Monica Piscitelli ( confondo sempre le due Moniche del Vino)
    MG

  3. Grazie a te! Sempre un piacere…

    Ci tenevo a farti assaggiare il metodo classico di Fontanavecchia visto che sei così interessata alle bollicine autoctone.
    D’accordo con la tua analisi, anch’io vedrei benissimo una bolla con un residuo zuccherino ancora minore.

    Ti ringrazio anche per le bottiglie di Soave che assaggerò presto. Aspetto qualce tua nota sul seminario dedicato all’asprinio al quale, se avessi potuto, avrei partecipato davvero volentieri.

    Ci vediamo presto!
    a.

  4. Come è piccolo il mondo (del vino). Risistemando idee e carte dopo l’ennesimo Vinitaly (sì, anche io due giorni, ma molto intensi)giro per il web sbirciando il sito di un’azienda che mi è cara e, seguendo il primo link, mi imbatto subito in questo blog, con in prima fila il metodo classico del mio amico Libero Rillo, che sta affinando il tiro tra le bolle. Com’è piccolo il mondo del vino… O forse, solo guardando anche queste piccole realtà che non si confondono nella banale altisonanza delle solite celebrate etichette ci si può render conto di quanto, invece, è grande.
    Buone bevute, ragazzi!

    1. Ciao, Paolo!
      Benvenuto, anzitutto, su queste paginette!

      Il bravo Libero sta lavorando bene anche su questa tipologia, “affina il tiro tra le bolle” come hai detto tu 🙂
      Mi sembrava giusto segnalarlo come un vino da provare proprio perché da’ l’idea di uno sforzo, quello di cimentarsi con un metodo classico per il vitigno principe di quella zona.

      A presto, spero.
      a.

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