C’ero anch’io alla splendida degustazione organizzata a Vinitaly dai vignerons dell’Union des gens de Métier. Sperando di riuscire presto a parlarne, vi segnalo – per adesso – i bei report degli amici Maria Grazia Melegari sul suo blog Soavemente e quello di Jacopo Cossater su Intravino.
Per quanto riguarda me, invece, mi preme spendere due parole su questo signore qua, ché ho già tardato troppo a farlo. Si chiama Eric Bordelet e in pratica è il beniamino del gruppo UGM (e anche il mio, a dirla tutta).
Il suo Poiré Granit non è un vino né un sidro (ché quello è solo di mele): è una bevanda a base di pere. Ed io l’avevo già assaggiata qualche mese fa grazie a Dan Lerner aka @Dan_Lerner, rimanendone letteralmente folgorato: un fine pasto a base di 15 differenti varietà di pere selvatiche da alberi di due-trecento anni, per dire, coltivati nel Sud della Normandia. Un nettare che è dolce ma non stucchevole, fresco e scattante, agile e al tempo stesso intenso nelle sensazioni.
Un piccolo capolavoro di eleganza e bevibilità che strizza anche l’occhio al portafogli. Cosa volere di più!?