L’idea iniziale era di soffermarmi esclusivamente su questo passo* di “Non è il vino dell’enologo” in cui Corrado Dottori** denuncia una sorta di «razzismo enologico» (per cui il vino debba essere per forza di cose «pulito, stabile, morbido») e, più in generale, un superficiale atteggiamento “discriminatorio” nei confronti dei vini bianchi.
Il motivo*** era ed è semplice: amo anch’io i bianchi e non ne ho mai fatto mistero, come in questo post dedicato – manco a farlo apposta – alla Riserva “Gli Eremi“ 2008 de La Distesa (ah, di questo vino si parla anche nel libro, al capitolo intitolato “Vendemmia”).
Poi, però, mentre ri-leggevo il libro del “vignaiolo che dissente” (così si auto-definisce in copertina lo stesso Corrado Dottori) pensavo che c’erano almeno #centomila cose capaci di fare da innesco a più o meno attente riflessioni.
Sia chiaro, eh: “Non è il vino dell’enologo” non è un libro sul vino. O meglio, non soltanto sul vino. È anche il racconto della vita di un giovane marchigiano che, dopo gli studi economici bocconiani e le prime esperienze lavorative nel mondo dell’economia, sterza e cambia strada insieme alla compagna Valeria, ri-trasferendosi da Milano a Cupramontana e ri-tornando alla terra; ed è anche il racconto di un rapporto – quello con il padre – che sembra raggiungere l’apice dell’intensità/intimità e “spiccare il volo” soltanto dopo la morte di quest’ultimo, arrivata all’improvviso, purtroppo prima che quel modellino di aeroplano assemblato in dieci lunghi anni potesse decollare.
Il libro va via abbastanza facilmente: aiuta la suddivisione in capitoli, a mo’ di alfabeto; aiuta lo stile “a cuore aperto”. Molto significativi i capitoli “Marketing enologico” e “Vinitaly”, per i quali ci sarebbero davvero tante cose da dire. Leggeteli. Leggete il libro, poi ne parliamo. 😉
* cito: «Cupra in questo senso è un’isola felice. A Cupramontana il vino è bianco, non si scappa: nelle trattorie, nei bar, durante la sagra dell’uva. Ma noi cuprensi in Italia siamo minoranza assoluta nella patria del Nebbiolo, del Sangiovese, della Barbera e dell’Aglianico. Ai rossisti più intransigenti – tipo mio suocero 😉 – così come ai puristi del vino tecnico, ci sono alcuni vini bianchi che vorrei fare assaggiare, per comunicare il concetto difificile e controverso di complessità». [stra-quo-to] 😉
** Corrado Dottori è “vignaiolo felice” a La Distesa da una decina d’anni. L’azienda si trova a Cupramontana, nelle Marche: «una piccola striscia di terra rivolta a mezzogiorno. Lì dove milioni di anni fa c’era il mare, oggi c’è una distesa di colline che si inseguono sinose. Alle spalle c’è Cupramontana, di fronte Staffolo, in lontananza Cingoli, mentre netta si staglia la figura del monte San Vicino a segnalare la vicinanza degli Appennini».
*** del perché avrei voluto parlare solo di queste poche righe.