Ho appena iniziato a leggere Il vino capovolto, ultima fatica editoriale – indipendente, ça va sans dire – di Porthos.
Curiosi sia il titolo (che riprende quello de La dieta capovolta di Alfredo Vanotti), sia il sottotitolo (“la degustazione geosensoriale“, che non saprei dirvi cos’è). Gli “altri scritti” sono, invece, quelli che Sandro Sangiorgi ha messo via dalla pubblicazione de L’invenzione della gioia.
Sono sicuro che non mi ci vorrà tanto per finirlo, intanto nella prefazione di Giuseppe Battiston ho già trovato una frase bellissima.
«A me non interessa essere rassicurato, voglio continuare a provare curiosità, paure, innamoramenti e delusioni; in una parola, voglio che il vino sia come me: vivo».
Che è poi appunto quello che voglio io dalla vita, prima ancora che dal vino.