Si parla da tempo (e sempre più spesso) dei cambiamenti climatici e del loro (forte) impatto anche sul settore viticolo.
Uno studio recentemente pubblicato su Science of The Total Environment, a cura -tra gli altri- di alcuni ricercatori del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha realizzato «una zonazione viticola dinamica per esplorare la resilienza del concetto di terroir a seguito dei cambiamenti climatici», prendendo a riferimento l’area della valle telesina («una zona tradizionalmente vocata per la produzione di vino di qualità») e la coltivazione di aglianico.
In breve, secondo quanto emerge dalla ricerca:
- solo il 2% della superficie vitata ad aglianico del comprensorio telesino esprime il concetto di resilienza del terroir orientato alla produzione di uve di qualità;
- entro il 2010-2040, il 41% dell’area idonea alla coltivazione di aglianico necessiterà di irrigazione per garantire una produzione dagli elevati standard qualitativi;
- entro il 2100, i benefici del cambiamento climatico per la coltivazione dell’aglianico diminuiranno e così pure le zone a questo adatte.