A proposito di aglianico, leggevo i dati sui principali vitigni coltivati in Italia nel 2015*. Ebbene, la superficie vitata è di poco inferiore ai 10 mila ettari vitati (9.947 ettari), con un aumento esponenziale sul periodo 2010-2015 (+32,7%).
Il dato si riferisce a tutte le zone dove l’aglianico è coltivato, e quindi non soltanto alle regioni dei 3 vini a denominazione di maggiore pregio**.
All’aumento della superficie vitata ad aglianico corrisponde una crescente attenzione della critica e dei consumatori stranieri. A dimostrazione di questa sempre maggiore considerazione, segnalo un’infografica pubblicata di recente da Wine Folly.
L’Aglianico del Taburno, in particolare, viene descritto così:
il più rustico (ma spesso anche quello con il miglior prezzo) tra gli aglianico a denominazione, offre profumi di cuoio, terra e gusto di erbe secche, frutti neri in confettura e tannini decisi.
* il sangiovese si conferma il Re del Vigneto Italia, con circa 53 mila ettari di superficie vitata (-24,7% rispetto all’anno 2010). Sorprendente il dato sul pinot grigio, unico vitigno internazionale a crescere in maniera importante (da 17 mila a oltre 24 mila ettari).
** Aglianico del Taburno e Taurasi, in Campania; Aglianico del Vulture, in Basilicata.
[credits Wine Folly]