Manca poco, davvero pochissimo, per l’inizio dell’ennesima edizione di Vinitaly.
Ci sarà anche il Sannio, naturalmente; e l’aglianico del taburno, fresco fresco di riconoscimento della DOCG.
Se mi è concesso, ecco qualche piccolo suggerimento per quanti volessero conoscere i vini della mia provincia, alla vigilia del riassetto delle denominazioni approvato proprio negli ultimi giorni.
Per il vitigno falanghina, a parte i due vini che hanno ottenuto la gran menzione (e cioè: Falanghina Sannio Doc Vandari 2010 dell’Antica Masseria Venditti di Castelvenere e Falanghina Taburno Dop 2009 dell’azienda agricola Il Poggio di Torrecuso), vi segnalerei il cru Vignasuprema 2009 di Aia dei Colombi, azienda in quel di Guardia Sanframondi (già zona di vini DOC e presto “sottozona” delle nuove denominazioni Falanghina del Sannio e Sannio) e la falanghina da vendemmia tardiva Alenta di Lorenzo Nifo Sarrapochiello. Non mancate il metodo charmat di Cantine Tora (brut e non extra-dry come nella maggior parte dei casi per gli spumanti ottenuti in purezza da uve falanghina).
Per l’aglianico, invece, sempre in aggiunta alle “gran menzioni” (l’Aglianico Sannio Doc Cava Rupem 2008 dell’azienda agricola De Fortuna di Frasso Telesino e l’Aglianico del Taburno Doc Auriculus 2005 dell’azienda Torre dei Chiusi di Torrecuso), vi suggerisco le due “riserve” dell’azienda torrecusana Torre Varano (L’Eroe e il 36+6), entrambe millesimo 2006. Potreste approfittare per assaggiare il Principe Lotario 2007 di Fontanavecchia, un metodo classico da uve di aglianico; il rosato Le Mongolfiere a San Bruno 2009 di Fattoria La Rivolta; e per chiudere la carrellata, il passito delle Cantine Iannella.
[foto di Fabio Pierboni]