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Perillo: il punto sulle nuove annate di Taurasi.

Verticale del Taurasi di Perillo

La verticale del Taurasi di Perillo, a cui ho partecipato alla fine dello scorso mese di aprile, è stata l’occasione per fare il punto sulle ultime annate, anche in relazione ai cambiamenti apportati in cantina dal giovane Felice, figlio del fondatore Michele.

Cambiamenti che, come sapete, hanno interessato anche la Coda di Volpe, unico bianco licenziato dalla piccola azienda di Castelfranci, con la fermentazione in barrique del 20% della massa e, soprattutto, con l’uso di una pressa a membrana funzionale a scongiurare il pericolo di precoci ossidazioni.

La notizia a proposito dei già ottimi Taurasi di casa è che il millesimo 2012 prossimo all’uscita segna una svolta, essendo ormai concluso il percorso intrapreso già da alcuni anni: completamente abbandonati i legni piccoli per l’affinamento, si è passati ora alle botti di rovere di Slavonia da 20 ettolitri.

Complice l’annata favorevole – della quale Felice ricorda, tra le altre cose, una produzione di fecce sensibilmente inferiore –, il Taurasi 2012 si concede in tutta la sua finezza, sfoggiando una traccia balsamica (di mirto, direi) e un’acidità viva, ma assolutamente integrata. Parliamo pur sempre di un vino da uve aglianico che esce ben 11 anni dopo la vendemmia, è vero, ma non può lasciare indifferenti la concessività (leggi anche solarità) del calice.

Il Taurasi di Perillo, verticale dal 2012 al 2007.

Il confronto con i due millesimi precedenti è estremamente indicativo. Il Taurasi 2011 – affinato in legni grandi e piccoli, e figlio di un’annata più fresca e piovosa, con l’invaiatura che è arrivata soltanto a metà settembre e la raccolta ritardata fino al 15 novembre – appare un po’ più nervosetto e spigoloso, però forse pure più gastronomico. Il Taurasi 2010, invece, elevato solo in barrique esauste, è più disteso, con un sorso sanguigno e dispensatore di freschezza e balsamicità.

Sempre a proposito del Taurasi 2010, molto significativo è stato il commento di Felice nel ricordare la tempistica della vendemmia dopo una copiosa nevicata: «mio padre aveva preso la fissa di aspettare almeno 3 giorni dopo l’acqua, e aveva proprio ragione». Una frase che la dice lunga sia sull’umiltà dell’approccio di Felice, sia sulla sensibilità in campo di papà Michele.

Per la cronaca la verticale si è chiusa con un altro bel trittico di annate, in cui solo il Taurasi 2008 è parso troppo “avanti” ed evoluto, al contrario di un Taurasi 2007 torbato, sanguigno e saporito di gelso, e un Taurasi 2009 sorprendente, magnetico, più sottile ma decisamente emozionante, nonostante un’annata particolarmente piovosa e – come ricorda sempre Felice – scarsamente produttiva: «da sei ettari facemmo meno di 70 ettolitri di vino, davvero poca roba».

Perillo
Contrada Valle, 19
83040 Castelfranci (AV)
T +39 0827 72252
M cantinaperillo@libero.it

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