Vi avevo già detto della mia ultima capatina nei Colli Tortonesi nella settimana successiva al Vinitaly (leggi qui) e già su queste paginette era comparso il buon Walter Massa a raccontare (qui) la storia del vitigno più rappresentativo di questo lembo di terra nel basso Piemonte, il timorasso.
Tra i protagonisti della rinascita di quest’uva vi è sicuramente Claudio Mariotto che in questo video (molto) amatoriale parla del “suo” territorio: «c’è un denominatore comune: la mineralità dovuta al nostro terreno, che normalmente è calcareo-argilloso, seppur in una zona molto calda che ti da’ vini molto concentrati e rotondi».
Le parole di Claudio sono interessanti quanto i suoi vini (di cui vi avevo già parlato qui): guardate il video e poi mi direte. Nel frattempo, eccone alcune – a mio avviso – significative:
«Poi, chiaramente, è sempre la gestione della vigna che ti fa’ un vino più o meno grande».
«Ogni vite va’ letta. Io guardo una pianta e capisco quante gemme possa reggere, ogni pianta va interpretata».
«Sei tu che devi decidere cosa deve fare la pianta da grande; è come per i figli, la vite va educata».