Un’addizione – quella suggerita dal nome – del periodo di invecchiamento in legno e di quello in bottiglia per l’affinamento, prima della commercializzazione, che testimonia chiaramente la sana ambizione della giovane azienda di Nicola D’Occhio. A incidere, più che il lungo tempo trascorso nelle barriques, anche qui – seppure...
Read MoreA dispetto del nome “maschile” – u’ Barone, cioè il Barone – il naso ha una “femminile” eleganza che rivela una certa affinità caratteriale con Patrizia Iannella, agronoma e anima dell’azienda nonché Presidente dell’associazione dei produttori di aglianico del taburno. Intessuto di note di frutta rossa e di spezie dolci,...
Read MoreA non averne conosciuto la provenienza, avrei forse pensato a un rosso borgognone (con le dovute proporzioni, certainement); e ciò anche se ho sempre odiato i paragoni e le frasi del tipo l’aglianico è il Barolo del Sud o cose del genere. Probabilmente per quel suo essere scostumato (cit.)...
Read MoreSenza dubbio è stato l’assaggio più sorprendente della cena-degustazione con cui si è conclusa Write Wine, la manifestazione voluta dall’Associazione Aglianico del Taburno di cui ho già parlato su queste paginette e sul sito di Luciano Pignataro. E non perché Francesco e Giampiero Rillo siano nuovi a vini di...
Read MoreEccomi qua. Per chi non lo sapesse, sono rientrato ieri a Milano dopo qualche giorno nel “mio” Sannio. Ne ho approfittato per partecipare a Write Wine, la tavola rotonda organizzata dall’Associazione Aglianico del Taburno avente come tema, appunto, l’aglianico del taburno e la sua comunicazione. Nei prossimi giorni vi racconterò...
Read MorePer chi ancora non lo sapesse, sono campano. O meglio, sannita; ché così viene chiamato colui il quale proviene da Benevento. O anche beneventano, ma mi raccomando non beneventino (sic!) come mi è spesso capitato di sentire. Una terra – la “mia” – che ha avuto una storia importante. Non è per...
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