Se, per sbaglio, davanti a qualche produttore di quella bella regione bianchista che è il Friuli Venezia Giulia, ti capitasse la “sventura” di dire tocai e non friulano (come, invece, ci è stato imposto dall’Unione Europea), nessuno mai ti rimproverebbe, puoi star tranquillo. Anzi. Se poi la cosa ti capitasse mentre vaghi senza meta tra i banchetti dei produttori presenti a Superwhites, ti accorgeresti che gli sguardi di molti, a metà strada tra l’afflitto e il nostalgico, s’illuminerebbero in un sol colpo. Molti, se non proprio tutti. Provare per credere.
Ci sono affezionati. Alcuni (?) non lo confesseranno mai, ma sta’ cosa che il tocai è ungherese proprio non gli va giù; si sentono, chi più chi meno, vittime di furto. Di identità.
E proprio alla ricerca di quest’identità mi sono dedicato io quest’anno, all’undicesima edizione di Superwhites, la bella manifestazione organizzata da Slow Food Friuli-Venezia Giulia che porta ogni anno il meglio della produzione bianchista, friulana appunto, a Roma e Milano.
Gli assaggi che ho fatto (ho mancato forse solo 2/3 etichette) erano tutti delle ultime due annate in commercio: 2009 e 2010. C’era anche qualche friulano più vecchiotto ma – tra questi – nulla di entusiasmante, a mio avviso.
L’idea che mi sono fatto è che il millesimo 2009 ha dato vini generalmente più ricchi e strutturati, al contrario dell’annata 2010 che – causa una maggiore piovosità, anche durante la vendemmia – è risultata in vini tendenzialmente più aromatici, sempre con un buon tenore alcolico ma, comunque, generalmente più agili. Le piogge di maggio, quelle di agosto (che hanno spezzato il grande caldo di luglio) e poi quelle di settembre; l’altalena delle temperature nell’arco della giornata e tra il giorno e la notte hanno – da un lato – abbassato le rese, con un calo della produzione in media tra il 15 e il 25%; ma anche favorito – dall’altro – una maggiore concentrazione dei profumi.
Ho raggruppato gli assaggi per annate.
Friulano 2010, Colle Duga (13mila btg – € 9) @@@@/@
Quella di Damian Princic è azienda nata nel 1998 e oggi produce circa 50mila bottiglie l’anno. Nonostante il millesimo “difficoltoso”, il suo friulano è davvero un’ottima bevuta. Vendemmia condotta a mano tra il 10 e il 15 settembre, pressatura soffice delle uve, decantazione statica, fermentazione a temperatura controllata di 18 gradi; il vino è rimasto sulle fecce per tutto l’inverno, con frequenti batonnage e travasi, prima dell’imbottigliamento avvenuto il 30 marzo. Elegante nei profumi anche se non intensissimo e, soprattutto, tipico. Profuma di mela e di erba appena tagliata, nel bicchiere un bellissimo sentore finale di anice stellato.
Friulano 2010, Rodaro (40mila btg – € 7) @@@
Colore più carico che riflette un naso più grasso, giocato sulla frutta e sui toni erbacei. Tutto sommato elegante, benché l’alcol che spara (14.5%), e di bella mineralità, con il sorso caratterizzato da una discreta salinità. Un residuo, direi, lievitoso si affaccia al palato. Raccolta a metà settembre per il millesimo 2010, vinificazione classica in bianco senza sulle fecce, pulizia del mosto e permanenza in acciaio fino a marzo.
Friulano 2010, Ronco dei Tassi (15mila bottiglie – costo n.d.) @@@/@
Naso non particolarmente intenso ma decisamente elegante. In bocca è secco, sapido, minerale. Stecca un po’ sul finale dove l’alcol fa un po’ la prima donna. Nel complesso, abbastanza pulito e lineare.
Friulano 2010, Bortolusso (13mila btg – € 4.50) @@@/@
In assoluto, il miglior rapporto qualità/prezzo della tornata. Naso elegante che profuma di erbe e frutta gialla; un po’ piacione, forse. In bocca è coerente e ha tutto quel che occorre: salinità, freschezza e anche una discreta persistenza. Non intensissimo, ecco. Uve sottoposte a “sgranellatura” in pressa per 7-8 ore, il mosto viene ospitato in un recipiente compensato di azoto per evitare ossidazioni, leggera chiarificazione e poi fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata di 14-17 gradi costanti. Il vino rimane 5-6 mesi sulle fecce con batonnage via via meno frequenti, per poi essere imbottigliato non prima della fine di marzo.
Manditocai Friulano 2010, Livon (bottiglie prodotte e costo n.d.) s.v.
Campione da botte. Solo botte, appunto, e poco altro. Indecifrabile.
Friulano 2010, La Tunella (35mila btg – € 9) @@@
Un po’ ruffiano, a dirla tutta. L’ingresso morbido al palato snatura i tratti caratteristici del vitigno, ovvero acidità e sapidità. C’è di buono che ha una bella aromaticità e un’impostazione molto coerente.
Friuli Aquileia DOC Friulano 2010, Ca’ Tullio (6mila btg – € 6) @@@/@
La differenza con il Collio si sente eccome. I terreni sono in pianura e hanno natura perlopiù sabbioso-argillosa. Nel complesso mette in mostra buona sapidità e freschezza, al naso è più elegante che intenso. Un discreto vino con un buonissimo rapporto esborso/felicità.
Friulano 2010, Livio Felluga (numero bottiglie e costo n.d.) @@@@
Affidabile, come al solito. Naso elegante che coniuga intensità e durevolezza dei profumi: mela ed erbe di campo, soprattutto. Fresco e minerale, in bocca, per di più dotato di ottima struttura.
Friulano 2010, Gigante (15mila btg – € 6,50) @@@/@
Da uve dei diversi vigneti, età media di circa 40 anni. Fa la malolattica e la fetta di acidità sacrificata ne pregiudica, forse per via dei 13 e passa gradi d’alcol, un certo equilibrio finale.
Vigneto Storico Friulano 2010, Gigante (10 mila btg – € 9,50) @@@@
Le viti del cru, invece, hanno un’età media di 75 anni. Le uve rimangono per 4 ore in pressa senza macerazione pellicolare. Il vino che ne risulta ha una maggiore complessità, benché le condizioni pedoclimatiche della vigna non sono poi così diverse da quello del resto degli appezzamenti di proprietà. Bella mineralità.
Friulano 2010, Subida del Monte (10mila btg – € 7) @@@/@
L’azienda produce complessivamente 50mila bottiglie. Il vino rimane sulle fecce totali; il 30% della massa sosta in botti di legno da 500 litri. Naso discretamente elegante, un po’ confuso sugli inizi dalle speziature del legno, e ciò nonostante piuttosto tipico. Sentori nitidi di mela. Lo preferisco al palato dove il legno non gli fa perdere ritmo e agilità.
Friulano 2010, Sirch (18mila btg – € 7,20 euro) @@@@
Il friulano di questa azienda (75 mila bottiglie in tutto) è un bianco molto lineare, fresco, sapido, con un bouquet elegante e ben definito nella semplicità dei profumi di erbe di campo e mela. L’annata “particolare” ha inciso (e non poco) sulla quantità; non sulla qualità finale del prodotto, imbottigliato ad aprile dopo circa sei mesi sulle fecce.
Vigna del Rolat Friulano 2010, Dario Raccaro (10mila btg – € 13) @@@@/@
Non c’era Dario ma il figlio a presentare i vini di famiglia. L’anno scorso erano tra i grandi assenti, a mio avviso; e così, rivederli quest’anno mi ha fatto enormemente piacere. Elegante e intenso al naso, spicca per tipicità. L’annata più “problematica” ha fatto faticare di più le viti che hanno dato, però, grappoli vivi. Bella aromaticità nel bicchiere con un sorso secco e tagliente per freschezza e salinità. Come piace a me.
Friulano 2009, Pizzulin (4mila btg – € 7.20) @@@@
Azienda giovane, almeno per età anagrafica a guardare la coppia che c’era dietro al banchetto. La zona è quella di Prepotto e la produzione è di 20-22 mila bottiglie in tutto. Naso elegante e varietale per questo friulano, con la pungenza della nota alcolica a far da contraltare alle sensazioni di ricchezza estrattiva. Secco, molto sapido, finale in prevalgono il tratto minerale e la nota erbacea. Permanenza sui lieviti fino ad aprile e batonnage fino a marzo; in bottiglia nel mese di giugno.
Friulano 2009, Vosca (3800 btg – € 7) @@@/@
In bottiglia da circa un anno, il vino fermenta e matura in vasche di cemento da 25hl che – a detta del produttore – rendono più facile il lavoro dei lieviti e, soprattutto, evitano un troppo elevato scambio termico (a differenza dell’acciaio). Rese basse e vendemmia iniziata un po’ in ritardo nel 2009 (23 settembre). Tenore alcolico elevato (14%), buona concentrazione aromatica e profumi soprattutto di frutta e di mandorla, sul finale. Molto minerale, il sorso, abbastanza lungo in chiusura. Daviti di oltre cinquant’anni che erano state piantate dal nonno.
Friulano 2009, Marco Felluga (80mila btg – €8) @@@@
La sensazione è che faccia un po’ di legno ma la cosa è smentita dal rappresentante che presenta i vini dell’azienda. Un friulano ricco e più grasso del solito, pur sempre dotato di una bella spinta di freschezza e di sapidità. Ottimo rapporto qualità/prezzo.
Friulano 2009, Schiopetto (50mila btg – € 16,35) @@@@
Quasi un quarto dell’intera produzione dell’azienda (180/200 mila bottiglie) è di friulano. Bella boccia: profumi eleganti di mela e erba appena tagliata, gusto saporito, salino. Aromatico e di ottima struttura, chiude lungo sull’aroma di mandorla amara. Costo abbastanza elevato a parte, rimane una sicurezza.
Friulano 2009, Meroi (1800 btg – € 18) @@@
Azienda anche questa molto giovane che si attesta su una media di 25/30 mila bottiglie. Di queste, un paio di migliaia sono ottenute da uve friulano in purezza che fermentano e maturano in barrique per 6/8 mesi. Fine al naso, a parte una lieve incertezza iniziale; viene fuori alla lunga nel calice e si concede con profumi di bella tipicità nonostante il procedimento di vinificazione “diverso”. Non convince del tutto in bocca. Da rivedere.
Friulano 2009, Castello di Spessa (8mila btg – € 16,50) @@@/@
Profumi eleganti, intensi e molto “carichi”. Il buon tenore alcolico regala morbidezza al sorso; la salinità spiccata e l’acidità gli danno spinta e un discreto allungo sul finale. Coerente e di buona tipicità. Magari un po’ caro, ecco.
Ottolustri Friulano 2009, Ronc Soreli (6mila btg – € 25) @@@
Una boccia anomala ché io un friulano da vendemmia tardiva non credo di averlo mai assaggiato prima. Piace per la buona salinità in bocca e la freschezza, leggi mineralità sullo sfondo (benché la vinificazione contempli anche un non brevissimo passaggio in legno di primo passaggio). Non piace per il naso “caldo” e tutto sommato un po’ ruffiano. L’azienda è una nuova realtà e vinifica uve dai 42 ettari di vigneto, con i primi impianti che risalgono al 1968.
Friulano 2008, Roncùs (numero bottiglie e costo n.d.) S.V.
Qualche problemino, forse. O più semplicemente un po’ di sfiga: le due bottiglie provate erano entrambe ossidate. La seconda, a dire il vero, qualcosa in meno.
Friulano 2006, La Castellada (numero bottiglie e costo n.d.) @@/@
Prova poco convincente, nonostante gli assaggi ben più felici del recente passato. Risultato di una vinificazione particolare: 4 mesi di fermentazione con macerazione sulle bucce, maturazione di un anno in barrique e un anno in acciaio. Bella mineralità di fondo ma il legno appesantisce di molto il sorso che ne risulta poco agile e definito.