Che bello aver ritrovato questo Rosso di Montalcino alcuni mesi dopo il primo incontro -del tutto casuale- in quel di Milano e -soprattutto- la puntatina a Montalcino di fine duemiladodici (peccato solo non ci sia stato il tempo di visitare anche l’azienda di Enzo Tiezzi).
Se non ho capito male, Poggio Cerrino è soltanto uno dei due poderi di proprietà dei Tiezzi; l’altro è il Podere Soccorso che però, a differenza del primo, si trova nel versante sud di Montalcino. La mancanza del sito internet –coming soon, pare– non aiuta, ecco.
M’è parso ancor più buono della prima volta: fragole e piccoli frutti rossi a dare il benvenuto, gli agrumi quasi in sottofondo, un ricordo di liquirizia e di olive nere. I 14 gradi si fanno sentire, okkei, ma è scomparsa la lieve pungenza iniziale che avevo notato al primo assaggio; ne ha beneficiato il bouquet dei profumi, tanto da farmi cancellare l’abbastanza dall’abbastanza elegante annotato mesi prima. Profumi intensi e -se si può dire- duraturi che se buttate il naso nel bicchiere (anche vuoto)… eh, poi mi direte. 😉
Il bicchiere, appunto. Si fa piuttosto in fretta a vuotarlo e così pure, di conseguenza, la bottiglia. Il sorso è ritmato e saporito, la “dolcezza” del sangiovese -in entrata- è puntellata dalla spinta del tandem sale/acidità; il tannino, infine, è abbastanza levigato, il che contribuisce a definire ulteriormente il quadro.
Un gran bel vino per 11 euro sullo scaffale.
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