La famiglia del Pietramarina produce anche queste bollicine da grappoli di carricante e di altre uve autoctone allevate alle pendici dell’Etna.
Noblesse, il nome dice tutto. Dell’aristocratico ha l’immagine in etichetta e l’eleganza che non dimentichi al naso e nemmeno in bocca. Dell’eccentrico ha l’origine d’altura: più o meno mille i metri in cima al vulcano. Del comune mortale ha, invece, quel suo essere semplice e naturale.
Ha un sorso fresco, leggero ma non facile: piace o non piace, secondo me. Mi piace per quel contrasto tra l’impronta dolciastra – di mela e fiori di campo – che giurerei di riconoscere nel vitigno prevalente, la mineralità del terroir (segnato anche dalle forti escursioni termiche) e il basso dosaggio di zuccheri che lo iscrive di diritto nella classe dei brut.
Un metodo classico, come detto, con diciotto mesi di permanenza sui lieviti.