Piante a Lapio è il nuovo progetto di Joaquin, la sua personale idea di Fiano.
Tutto quel che so, volendo sorvolare sulle poco simpatiche -per motivi calcistici- 😀 origini salernitane, è che Raffaele Pagano è una persona piacevolissima. Aggiungerei che se la cava benone come intrattenitore e -non lo scopro certo io- pure come produttore di vini in quel di Montefalcione, in provincia di Avellino. Mi sembra di poter dire, poi, che ha un qualcosa che non tutti hanno: l’intelligenza di aprirsi al confronto. Che nel suo caso si unisce alla voglia di giocare e di mettersi in gioco.
Ho avuto la fortuna di incontrarlo venerdì scorso a Milano per la presentazione del JQN 203 Piante a Lapio 2011, il suo ultimo Fiano-progetto. Due ore che sono letteralmente volate via, al punto che me ne sono andato senza nemmeno avergli fatto la domanda più scontata che avrei mai potuto pensare: ma perché Joaquin? E perché JQN (Joaquin?) 203? 🙂
Dicevo, un (altro) nuovo progetto che vede impegnato, oltre allo stesso Raffaele, un altro pazzo [parole loro, eh]. 😉 Sti’ due, lui e l’enologo Maurizio De Simone, si sono messi alla ricerca di vecchie viti di fiano a Lapio, piante centenarie e a piede franco; si sono procurati delle botti di castagno di Agerola, che diciamo è un po’ tipo un castagno di serie A (più compatto -ha spiegato Maurizio- e meglio in grado di tenere a bada le ossidazioni, sempre assai frequenti con l’uso di questo legno) e si sono messi a vinificare i grappoli ottenuti in queste vigne allevate ancora a starseto, come una volta. Poca solforosa aggiunta (eliminata del tutto con la vendemmia 2012) e un lievito* isolato qualche anno fa nel comune di Lapio hanno fatto il resto.
Piante a Lapio, il Fiano.
Ne è venuto fuori un vino primordiale che ha lo stesso fascino delle idee di chi lo ha pensato, un bianco che divide e che va a rompere, in un sol sorso, tutta una serie di più o meno radicate convinzioni sul Fiano di Avellino e su quelle che potrebbero dirsi le peculiarità dei vini provenienti dall’areale di Lapio, tendenzialmente più ricchi e opulenti rispetto a quelli di altri distretti della denominazione.
Il vino bevuto durante il pranzo al Ristorante Vun ha certamente bisogno ancora di tempo per esprimersi. Per concedersi, direi; ché non m’è sembrato così facilmente decifrabile. Inizio titubante e un po’ confusionario, se vogliamo; poi però tanta eleganza, con il sorso a farsi via via più disteso e un buon allungo finale (a dirla tutta, credo che il piatto** pensato dal bravo Andrea Aprea in abbinamento lo abbia un pochino penalizzato, finendo per amplificare la scia sapida e aromatica del bicchiere).
Come sarà tra qualche tempo? Chi vivrà, berrà. Chi berrà, vedrà. 😉
Joaquin Aziende Agricole
località Carrani – 83100 Montefalcione (AV)
T +39 (0)825 1882550
F +39 (0)81 5189684
* la cui matrice è oggi riprodotta dall’Università di Piacenza e concessa in uso, gratuitamente, dalla Regione Campania a chiunque ne faccia richiesta.
** cernia, panzanella, olive verdi, salicornia, zuppa di acqua di mare.