Col senno di poi, e a voler fare il figo, lo avrei forse stappato su una bella tavolozza di formaggi invece che su una crostata di frutta (come in effetti è stato) o magari su una cheesecake, ma invoco le attenuanti generiche 😀 perché non sapevo proprio nulla del Passito di Cantine Tora e quel poco che posso dirvi ora lo leggo in controetichetta: «14 gradi, falanghina in purezza, raccolta a fine ottobre e appassimento delle uve su graticci, fermentazione senza vinacce in barrique per 3 mesi, invecchiamento per 12 mesi in barrique e altri 6 mesi in bottiglia».
A conti fatti, però, un (altro) vino “centrato” per la giovane azienda dei fratelli Tora [fratelli Rillo. Ops, mi è scappato un “Tora” in più!] da Torrecuso e un’altra dimostrazione -se mai ve ne fosse stato ancora bisogno- che la falanghina ha un (altro) grosso pregio che si chiama versatilità. Cavoli, dico sempre le stesse cose. 😀
Il colore dorato anticipa alcuni dei temi nel bicchiere: la ricchezza e l’alcolicità, per dire. Riconoscerei la pera matura, la frutta secca e il miele di castagno; c’è anche una lieve pungenza eterea/erbacea a dare maggiore complessità al tutto. Il sorso è caldo (sono 14 i gradi) e intenso, abbastanza scorrevole e direi pure piuttosto coerente con l’olfatto. Finisce anche bene, eh.
A scaffale per 14 europei e mezzo.
Cantine Tora
località Tora – Torrecuso (BN)
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