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  • Marco Tinessa e l’Ognostro Rosso 2021

    Ci ha messo un po’ quel folle (in senso buono) di Marco Tinessa, classe 1975, prima di riuscire a fermarsi in un luogo.

    A Montesarchio, il paese del Sannio dove è nato, Marco ha finalmente plasmato uno spazio dove poter dare concretezza alla sua idea di vino (che, per inciso, è qualcosa che non ammette in alcun modo “porcherie” né in vigna né in cantina).

    La cantina di contrada Monaca, a cui si arriva procedendo in salita dal centro caudino in direzione del monte Taburno, è ben organizzata e in grado di accogliere tutto ciò di cui Marco ha bisogno nell’accompagnamento dell’uva fino a diventare vino. Un progetto che si nutre di intuizioni e contaminazioni, di sogni e visioni: come quelle da cui è saltata fuori la collaborazione con 3 Fonteinen, un monumento della cultura brassicola belga, per la co-produzione di due birre di aglianico e fiano (cuoricino per la prima).

    Tornando al vino, detto di una viticoltura inderogabilmente pulita, il giovane cinquantenne – gli anni che ha il buon Marco se li porta di gran lunga meglio di me! – ha puntato con decisione sulla vinificazione di grappoli da parcelle diverse. Una scelta che è funzionale a garantirgli un discreto margine di manovra anche nel caso di annate avverse, come quelle che sempre più frequentemente, purtroppo, ci troviamo a dover commentare.

    Così, salvo che per un po’ di negoce nel caso della falanghina protagonista dell’etichetta Rubice, le uve coltivate arrivano da diversi areali: il fiano da Lapio, il greco da Chianchetelle, l’aglianico per una buona parte da vecchie viti in quel di Montemarano e Castelfranci, per la restante dal Taburno, e in particolare da quello che è, almeno oggi (ma di certo non nel passato), il versante meno vitato e più aspro per paesaggio rispetto al versante opposto del massiccio isolato dell’Appennino campano. A questo primissimo impianto (la foto risale all’estate 2022), situato in un contesto ambientale di grande fascino e popolato di ulivi ultracentenari, si è aggiunta più di recente un’altra superficie nei pressi della cantina.

    Com’è l’Ognostro Rosso 2021 di Marco Tinessa?

    L’Ognostro Rosso 2021 è con ogni probabilità il rosso più buono mai prodotto da Marco Tinessa. Fabio Cagnetti, che ha inserito l’Ognostro 2021 tra i suoi 50 migliori assaggi del 2024, si è pure sbilanciato dicendo che è anche uno degli Aglianico più buoni mai prodotti e potrei anche credergli.

    Molto ha a che fare, a mio avviso, con un sorso gratificante e di particolare incisività, oltre che di ottima definizione aromatica. Il tannino non presenta graffiature; c’è slancio, ma non mancano succo e polpa.

    Insomma, l’Ognostro Rosso 2021 di Marco Tinessa sembra proprio una convincente espressione dell’Aglianico irpino! Ne seguirò con curiosità l’evoluzione nel tempo.

    11 Febbraio 2025
    castelfranci, marco tinessa, montemarano, montesarchio, ognostro rosso, sannio, tinessa, valle caudina

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