
Rilancio integralmente il
comunicato stampa pubblicato nei giorni scorsi sul blog “
In difesa dell’identità del vino Cirò” e l’appello rivolto “
al Consorzio di Tutela perché fermi tutte le procedure in corso per le modifiche al disciplinare e apra un dialogo con tutti i soggetti coinvolti, per arrivare ad una soluzione condivisa“.
Le forze locali che hanno recentemente preso le difese del Cirò (quello ottenuto da uve gaglioppo in purezza o in uvaggio esclusivamente con varietà autoctone calabresi) denunciano la “
frequente vinificazione di uve prodotte da vitigni diversi dal gaglioppo e dal greco bianco“, interpretando la proposta del Consorzio di allargamento della base ampelografica come una “
sanatoria di evidenti situazioni di illegalità” ed esortandolo, quindi,
“a farsi carico dei suoi compiti istituzionali di tutela del vino Cirò DOC e del rispetto della legalità“
e – nel caso – ad “
attivare attraverso gli organi preposti le procedure per il declassamento dei vigneti o per imporre un reinnesto sui vigneti illegali“.