etichette dall'italia

L’Abruzzo alla Cantina Condominiale Clandestina

Avevo letto su Munchies della Cantina Condominiale Clandestina e avevo poi agganciato su Instagram Fabrizio (l’altro condòmino è Saverio) prima di essere ammesso alla chat whatsapp dove si susseguono le informazioni sugli incontri carbonari di volta in volta in programma.

I protagonisti sono ovviamente i produttori, ma il bello delle serate in cantina sta nel fatto che si parla, si beve, si mangia, si cazzeggia tra più o meno perfetti sconosciuti, senza pedanterie. Non ci si annoia, insomma, e il vino (naturale, of course) ritorna ad essere il mezzo: per dirla con Nicola Perullo, sono incontri col vino, più che sul vino. Negli ultimi due, prima della pausa estiva, si sono avvicendate due “giovani” cantine abruzzesi.

La prima si chiama Caprera, dal nome della località ove si trova nel comune di Pietranico, in provincia di Pescara. Uno dei due soci è un ragazzone di nome Luca Paolo Virgilio, noto nell’ambiente per essere uno degli organizzatori di Naturale a Capestrano. Le prime bottiglie prodotte sono targate 2016 e dunque sono certamente scusabili alcune imprecisioni, evidentemente favorite dall’uso del torchio manuale in vinificazione, prima ancora che dall’inesperienza. Ben più interessanti, invece, i vini del millesimo 2017, con il Trebbiano sugli scudi.

Nemmeno una settimana dopo è stata la volta di Francesco Cirelli, ormai proiettato verso il traguardo della decima vendemmia. L’azienda agricola certificata biologica nasce però già nel 2003, al rientro dagli studi bocconiani a Milano: si producono leguminose, fichi, grano e cereali, si allevano persino oche.

La cosa interessante, tornando ai vini, è che quelli della linea “base” (Pecorino, Trebbiano, Cerasuolo e Montepulciano d’Abruzzo) hanno tappo Stelvin sin dall’inizio (il Trebbiano 2009, prima annata prodotta, tiene botta, anche se non era stato certo progettato per garantire questa durata nel tempo). C’è poi la linea dei vini in anfora (il tappo ènin sughero) e il Cerasuolo anfora 2017 è una roba buonissima, sanguigno e sapido com’è, meglio del 2016, che invece paga la scodata alcolica finale, pur potendosene pronosticare ottime performance a tavola. E ancora il Montepulciano d’Abruzzo anfora 2017 promette bene, anzi benissimo, e soprattutto soddisfa in pieno Francesco, che ha ridotto i tempi di macerazione per ricercare, già nell’immediato e anche grazie all’apporto dell’anfora, un maggiore equilibrio tra frutto, acidità e dolcezza del tannino.

Seguiranno, si spera, aggiornamenti.

Guarda anche qui:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.