Gravner. Coltivare il vino

By alexmarra83 / 02/07/2015

C’è di nuovo che ho finalmente letto Gravner. Coltivare il vino, il libro di Stefano Caffarri.

Ebbene, credo che le sessantotto pagine di brevi testi con fotografie in abbinamento* abbiano colto l’essenza dell’intimo rapporto tra la vite (pianta) e la vita dell’uomo Josko Gravner nello scorrere del tempo.

 photo 1B98D925-9397-4695-A8B4-9B449CE8EE50_zpsvoudsifg.jpg

C’è un’idea di centralità del tempo che pervade tutto il libro, una “dimensione dell’attesa” in cui trova senso anche la morte**. Lasciare che il tempo passi significa riconoscerne il valore così come saper fare vino è capire, innanzitutto, qual è il momento giusto.

Alla presentazione “romana” del maggio scorso c’era anche Josko in persona, accompagnato dalla figlia Mateja. Nei calici, in anteprima, l’ultima annata di Ribolla 2007: radici, spezie, tannino, alcol, liquirizia, amarognolo.

* le fotografie sono di Alvise Barzanti.

** mi ha molto colpito questa frase di Josko: «sono nato per morire, non mi interessano le scorciatoie».

Avatar

Alessandro Marra

Chi Sono

Sannita di nascita – da mamma lumbàrd e papà irpino – ma tifoso dell’Avellino.

Da diverso tempo esiliato per studio (una triennale in Scienze Politiche e una magistrale in Giurisprudenza) e per lavoro (prima a Milano, ora a Roma).

Leggi di Più