Il Grappoli del grillo, la visione di Marco De Bartoli

Il Grappoli del grillo – primo bianco da uve grillo della Sicilia – è il frutto della visione del compianto Marco De Bartoli.

L’alzata di mano a fine serata ha sancito una larga preferenza per questo bianco targato 2019 da parte dei partecipanti alla prima tappa campana delle Cento Cene per Slow Wine 2022, organizzata dalla condotta Slow Food di Benevento presso l’Osteria Centouno a San Giorgio del Sannio.

Avrei avuto un mucchio di cose da dire sul Grappoli del grillo, e molte altre nemmeno le conoscevo in tutta sincerità. Così, chiamato a dire qualcosina per ciascuna delle etichette che hanno allietato la serata, mi sono limitato a un paio di veloci considerazioni.

La prima è che nel 1990 il compianto Marco De Bartoli prese a vinificare in modo diverso l’uva grillo, prima di allora utilizzata soltanto nella produzione del Marsala, ricavandone un vino da tavola. Insomma, fu un pioniere (anche) in questo e per tutte le motivazioni che a distanza di dieci anni dalla morte – aggiungo qui, ché la notizia è recente – hanno portato alla decisione del Comune di Marsala di intitolare una piazza al vignaiolo Marco De Bartoli.

La seconda, a bocce ferme, è stata sul perché sia stato “il vino della serata” anche per il sottoscritto. Mi direte che sono un bianchista convinto, certo; ma è stato soprattutto perché dentro ci ho trovato il sole e il mare. Accanto alla parte più ricca e grassa, se vogliamo provvista pure di una certa dolcezza (non avrei detto), ce n’è un’altra decisamente più dritta e sapida, marina appunto.

C’è infine il fattore umano, che è rinvenibile nella tecnica di produzione: “fermentazione con lieviti indigeni, a temperatura controllata, inizialmente in vasche di acciaio, poi in fusti di rovere francese” e poi “affinamento di 12 mesi in presenza dei lieviti in sospensione fino alla sua maturità”.

Buono vero.

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