È diventata ormai una piacevole abitudine, quella di passare da Ciro Picariello a Summonte per farsi una primissima idea dei vini ancora in vasca.
Come quello che lo ha preceduto (qui l’assaggio in anteprima del Fiano di Avellino 2015), il 2016 è stato un millesimo piuttosto complicato, che ha fatto registrare un calo della produzione, a seconda delle zone, tra il 20 e il 40%.
Il bizzarro andamento climatico (con la gelata di appena qualche giorno precedente rispetto allo stesso mese di quest’anno) ha creato, insomma, qualche grattacapo. Ciro Picariello, per dire, che è già uscito con il millesimo 2016 dell’Irpinia Doc, non imbottiglierà, purtroppo, il cru Ciro 906.
Le uve della particella che si trova proprio di fianco alla cantina, oltre a quelle di una vecchia vigna di un ettaro in località Campo di Maio, sempre a Summonte, sono perciò confluite nell’etichetta per cosi dire “base”.
Le prime sensazioni sono assai positive. Un vino piacevolmente citrino e agrumato, profumato di fiori bianchi, con un sorso saporito, innervato di sale e acidità, che sembra avere più slancio e grip.
Staremo a vedere.