Sembrerà strano parlare di bianchi quando i riflettori erano tutti puntati sul dolcetto. D’altronde, come non ricordare il Cinerino di Marziano Abbona o il Coste di Riavolo di San Fereolo!? O come non dare spazio a questi altri due Langhe Bianco che ho assaggiato – non appena giunto a Dogliani – all’aperitivo di benvenuto al “Caffè della Riviera” di piazza Umberto, a due passi dall’imponente chiesa dei Santi Quirico e Paolo.
Il “Vigna dei Garisin” 2009 dell’azienda agricola Francesco Boschis è un sauvignon blanc in purezza ottenuto dall’omonimo vigneto impiantato nel 1997: terreni prevalentemente calcarei, quasi 500 metri d’altitudine ed esposizione sud-ovest. Tutto fuorché leggerino; anzi, un vino di struttura che pecca proprio per l’eccessiva alcolicità. Sia chiaro, eccessiva rispetto al resto. Il pezzo forte è il naso: modi eleganti, con intriganti sfumature di frutta tropicale e di vegetale. In bocca avrebbe anche la giusta acidità e pure una certa persistenza finale; peccato per il leggero retrogusto amarognolo e, appunto, per i 14 gradi e passa d’alcool che sono difficili da gestire. Lì per lì ho pensato a come sia possibile avere un bianco di questa gradazione in una zona tutto sommato freddolina. La risposta l’ho trovata solo al termine del tour, ascoltando il buon Mario Boschis: un errore nell’acquisto delle piante “pilota” che, in realtà, avrebbero dovuto essere soltanto una minima parte dell’intero vigneto.
Assolutamente interessante anche il “Vigna Maestro” 2008 di Pecchenino, uvaggio di chardonnay e sauvignon con una leggera prevalenza del primo. Storia curiosa – quella della vigna – così chiamata perché un tempo di proprietà di un maestro. Un bianco mica da ridere anche lui, dotato di corpo e struttura, e pure di tenore alcolico, sui 13 gradi se non ricordo male. L’impatto iniziale non era stato nemmeno dei migliori: colpa della temperatura, che lo comprimeva al naso; quando, però, il bicchiere s’è riscaldato sono venuti fuori profumi molto piacevoli di pera e agrumi. Un bel sorso: il giusto mix tra l’agilità dello chardonnay e l’opulenza del sauvignon, quest’ultimo a regalare un tocco di aromaticità, al naso e pure in bocca.
Lascia un commento