Perillo: Taurasi, ma non solo. Dalla piccola cantina di Castelfranci esce anche un grande bianco da uve coda di volpe.
Quasi non fa più notizia la bontà dell’Irpinia Coda di Volpe di Michele Perillo. Lui che, abbandonato il lavoro di operaio, ha creduto fortemente, sin dal 2006, in una varietà da sempre presente nell’areale ma assolutamente underrated, qual è appunto la coda di volpe.
L’avvento della nuova generazione in azienda, con i figli Felice e Nicola (enologo il primo, perito agrario il secondo), ha portato alcune significative innovazioni nella gestione del lavoro di campagna, ma anche in cantina. In fatto di rossi, per esempio, ci si è concentrati sul recupero di un vecchio e pressoché dimenticato biotipo di aglianico, noto in zona come “a coda di cavallo“, e s’è poi abbandonato il legno piccolo per la maturazione del Taurasi a partire dall’annata 2010.
Coda di colpe, il millesimo 2017
Quanto all’unico bianco di casa, la torrida 2017 è stata tutti gli effetti un’annata di svolta: pigiatura soffice (grazie all’introduzione della pressa a membrana), nessuna macerazione prefermentativa sulle bucce e fermentazione in barrique per circa un quinto della massa.
L’obiettivo, ha spiegato Felice anche in questo video che ho realizzato per Slow Wine (dal 14’55”), è di evitare quelle lievi deviazioni ossidative che offuscavano i già non esplosivi (per caratteristiche intrinseche della varietà) profumi di partenza, preservando le potenzialità evolutive di questo vino.
Il cambio di passo rispetto all’annata 2016, vi assicuro, è evidente. Anzi, assaggiate insieme, la 2016 pare addirittura meno tonica della 2017 ora in commercio. Poi mi direte.
Perillo
Contrada Valle, 19
83040 Castelfranci (AV)
T +39 347 1640170
M cantinaperillo@libero.it