Un bel pomeriggio in vigna a Casa Setaro e gli assaggi confortanti del Lacryma Christi del Vesuvio Rosso Munazei tra presente (2021) e futuro (2022).
Sono tornato a Casa Setaro a distanza di qualche mese dall’ultima volta, giusto in tempo per vedere il progetto di Massimo Setaro prendere la sua forma definitiva: la nuova struttura in località Tirone della Guardia, a breve distanza dall’attuale casa-cantina, è ormai pressoché ultimata, pronta ad accogliere gli enoturisti, sempre più affascinati dalla viticoltura all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, e le bottiglie di metodo classico di Pietrafumante per il lungo affinamento.
L’assaggio di quello che sarà il Lacryma Christi del Vesuvio Rosso Munazei 2022, prodotto dalle sole uve piedirosso allevate tra le contrade Bosco del Monaco e Tirone della Guardia, è stato piuttosto positivo. A dispetto di un’annata particolarmente “accaldata”, c’è da star tranquilli a giudicare dalle prime sensazioni nel bicchiere: c’è grande prontezza gustativa, ma non manca la spinta acida. Insomma, il millesimo sembra essere stato ben interpretato.
È mancato il tempo di assaggiarlo, ma mi viene da salivare al pensiero del Lacryma Chirsti del Vesuvio Rosato Munazei: se tanto mi dà tanto (cit), mi aspetterei ottime cose nella versione in rosa, in linea con la felice versione del millesimo 2021, in cui aveva fatto il suo debutto anche la nuova giocosa, allegra e coloratissima etichetta.
Parabola sensibilmente diversa, invece, è quella del Lacryma Christi del Vesuvio Rosso Munazei 2021, che avevo degustato appena dopo l’imbottigliamento. Riassaggiato ora, le impressioni sono assai diverse e decisamente più confortanti: ci ritrovo quella succosità che contraddistingue anche il vino del millesimo 2022, rispetto al quale ha (forse) maggior rigore e minore esplosività, certo non meno piacevolezza.
Ha ragione Massimo quando dice che “i vini della linea Munazei sono il Vesuvio“. Aggiungo, è ciò che ci si aspetta: essenziali, diretti, lineari. Bene così.
[credits Slow Food Vesuvio]