Siamo qui a parlarne e già questa è una vittoria.
Ce lo siamo detti a cose fatte, al termine di una giornata trascorsa insieme, ospiti di Giuseppe in quel di Torrecuso, dopo qualche tempo che non ci si vedeva. Un’occasione nata fondamentalmente per gioco e per piacere; chi, invece, ha fatto sul serio è stata Teresa: il pranzetto preparatoci era sontuoso.
Le bottiglie di aglianico del taburno |
Che poi sul tavolo siano finite bottiglie delle più disparate provenienze, quello è un altro discorso e ci può comunque stare. L’obiettivo più o meno dichiarato era uno: vedere che effetto fa il tempo sull’aglianico, valutando lo stato di forma di 4 aglianico. Del Taburno, mica altro.
Quelli scelti da Giuseppe erano 4 vini “base” prodotti da altrettante aziende del territorio. Il risultato, come accennavo all’inizio, è stato sorprendente e ha dimostrato una volta di più, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che l’aglianico del taburno è vino scontroso ma allo stesso tempo generoso, ruvido sulle prime ma via via più “educato”, impavido e sfrontato.
Aglianico del Taburno “Fidelis” 2001, Cantina del Taburno |
Aglianico del Taburno “Fidelis” 2001, Cantina del Taburno
Se il buongiorno si vede dal mattino, dicono. Ecco, qui il buongiorno si vede dal colore: rubino, luminoso, godurioso; e in più, nel calice è perfettamente pulito. Le aspettative di un vino straordinariamente integro diventano ben presto realtà. Al naso ha grande eleganza, profuma di prugne e more di rovo, di sottobosco bagnato, di caffè. Le sensazioni saline che si percepiscono già all’olfatto ricompaiono in bocca, dove si concede con grande naturalezza, complice il buon bagaglio di freschezza che gli consentirà, credo, di sfidare il tempo ancora per un po’. Chiude lungo in bocca sui piccoli frutti neri, con una chiara impronta terrosa, una nota balsamica di eucalipto e aromi di bacche di ginepro.
Aglianico del Taburno 2001, Fattoria La Rivolta |
Aglianico del Taburno 2001, Fattoria La Rivolta
Già a scrutare il colore, leggermente più opaco del precedente e virato verso le tonalità del granato, ci si aspetterebbe una maggiore evoluzione dei profumi e della beva. Cosa di cui, in effetti, trovi conferma poco dopo. Al naso, una leggera puzzettina si insinua ancor prima della nota alcolica; con il tempo si assesta, anche se non del tutto, mostrando una bella complessità di profumi: confettura di frutta e prugna cotta, radice di liquirizia, tartufo e caffè. In bocca sembra essere leggermente ridotto; l’alcool c’è e si sente, il sorso è pieno e non smentisce il quadro delle sensazioni olfattive. L’impressione è che sia più “avanti” al naso di quanto non lo sia in bocca. Soprattutto, è il vino più ostico della batteria.
Starete pensando: che fine ha fatto il quinto vino che si vede nella foto? Era una riserva, inutile parlarne adesso, ma ve lo racconterò presto.
[…] Rillo non se lo ricorderà di certo, ma quella volta che improvvisammo un’orizzontale di alcune bottiglie “base” di Aglianico del Taburno millesimo 2001 riuscii a strappargli una promessa: degustare qualcuna delle vecchie annate dell’Aglianico […]