Il 2014 è già qui da un pezzo e mi rendo conto, perciò, che la cosa potrebbe non destare più tanto interesse ma non posso fare a meno (purtroppo per voi) di dire qualcosina sul mio scoppiettante 2013.
E allora ecco la top e qualcosa dei miei assaggi, cioè i miei vini dell’anno. Non sono le etichette più buone in assoluto [certo erano bbone: se no mica le sceglievo, eh] 😉 ma sono, più semplicemente, quelle che ricorderò perché stappate nei momenti più importanti [davvero tanti, grazie a Dio] del mio 2013.
Comincerei da marzo e subito con una doppio botto. Più o meno a metà mese ci siamo ritrovati a festeggiare la promessa di matrimonio con il Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo* 2009 di Valentini, un vino di eccezionale espressività che a me è parso avere una doppia anima: da un lato la vivacità del frutto, dall’altro l’austerità della speziatura (di caffè, soprattutto). Bello assaje.
A fine marzo, poi, è nato Antonio e ci voleva una bollicina. È toccato allo Champagne Première Cuvée Brut di Bruno Paillard: lo ricorderò perché eravamo felici e basta, al vino non c’ho pensato affatto [anche se -vi confesso- una sciabolata così netta non m’era mica mai capitata] 😉
Una bollicina ci voleva pure a maggio, quando abbiamo battezzato Antonio. Per l’occasione ho tirato il collo al metodo classico da uve durella di Fongaro. Matteo è stato così gentile da regalarmi una magnum della Etichetta Viola [tra le mie preferite della casa di Roncà] con tanto di benvenuto personalizzato che ho, naturalmente, conservato. Ah, è piaciuta a tutti, ma proprio tutti.
Maggio è stato il mese dell’Avellino: il 5, la promozione in B con la vittoria per 1 a 0 a Catanzaro, il 15 la (deludente) festa per il Centenario. Bisognava festeggiare e, allora, vai con un’altra bollicina! Sicuramente impegnativo il Crémant d’Alsace 2008 di Albert Mann (che ha fatto il suo egregiamente), un bel bere intorno ai 25 europei, se non ricordo male. Uvaggio di pinot nero (20%), pinot bianco (50%) e auxerrois (30% ).
A Giugno non credo di essermi mai alzato da tavola. 😀 I giorni più difficili sono stati quelli della prima quindicina con il compleanno di mio cognato e di mio padre in rapida successione, prima dell’epocale festa di Sant’Antonio con tutti gli Antonio-appunto- riuniti, a famiglie unificate. Ce la siamo cavata benone con il Colfòndo di Bele Casel che ormai chiunque tra genitori, suoceri, zii e cugini si presenti a casa mi chiede puntualmente “ma non è che hai un goccio di quel Prosecco”?!? 😉
A luglio avremmo festeggiato anche il nostro matrimonio e io lo ricorderò per tante cose. Perché mi son fatto male al ginocchio tre giorni prima della cerimonia, per esempio. Vabbè, senza andare off topic rispetto agli argomenti di queste paginette vorrei dire che: [uno] il raviolo di burrata e erbette con scorzone estivo dell’Oasis di Vallesaccarda spacca(va). Spac-ca! [due] non si poteva che bere aglianico e fiano, no!? E allora vai con il Fiano di Avellino 2012 e l’Aglianico 2009 di Vadiaperti.
Ad agosto s’è sposata pure mia sorella e abbiamo ovviamente brindato allegramente una volta di più. A tavola, la Falanghina del Sannio 2012 di Fontanavecchia è andata giù alla grande; una bella sorpresa l’Orazio 2005, vino poco chiacchierato, forse per via di quel saldo di cabernet sauvignon (?) che a mi me gusta proprio.
Chiuderei con in Natale, il primo con Antonio: tre giorni di pranzi e cene a tutta forza. Ricorderò questo bellissimo Pedro Ximenex di Emilio Hidalgo: un vino dulce natural ricco, opulento ma anche bilanciato e armonico, con delle sfumature fantastiche di miele, dattero e caramello. L’ho stappato il 26 a pranzo e mi ha fatto fare un figurone! 😉
Visto che 2013!? 😀
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