Mi vergogno un bel po’ a parlarne soltanto ora, tralasciando -oltretutto- il resoconto dell’interessante verticale* che si è svolta a Roma nel dicembre scorso, alla presenza di Felice Perillo e con l’ottima regia di Andrea Petrini.
L’assist (involontario) è di Daniele Cernilli, il quale -opportunamente sollecitato- ha speso parole assai lusinghiere per il Taurasi 2008 di Michele Perillo, includendolo tra i 12 vini imperdibili del Vinitaly n. 50 che è ormai alle porte.
Ad essere fortunati, potreste riuscire ad assaggiarlo anche voi, in anteprima, a Verona. Magari insieme al Taurasi 2007 del quale vorrei darvi conto io, che andrà in commercio a settembre prossimo (il Campi Taurasini pari annata, a tutti gli effetti un mini-Taurasi, è in vendita da qualche tempo).
È un Taurasi figlio di un’annata molto calda, meno austero e -direi- già adesso più godibile rispetto al celebrato 2006, che parrebbe essere, al contrario, ben più predisposto alla longevità**.
Passerà ancora un po’ di tempo prima di vedere il 2008 sullo scaffale, ma io mi fido di Doctor Wine e, dunque, valga per tutte e tre le annate -indistintamente- il suo consiglio: non fatevele scappare! 😉
* 7 annate, dal 2001 al 2007. Per la cronaca, abbiamo assaggiato anche due splendide Coda di Volpe (la piccola azienda di Castelfranci è impegnata nelle prime vinificazioni dell’omonima uva rossa): la 2012 (elegante nei suoi profumi di agrumi e camomilla, tonica e ritmata al sorso) e la 2010 (più alsaziana e chiusa al naso, paradossalmente anche più indietro dell’altra, ugualmente appagante in bocca, molto persistente).
** tutto da vedere, eh! 😉 Riserva 2003 docet (in formissima ancora oggi nonostante le iniziali perplessità legate all’eccezionale calura dell’annata).
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