Quando la brava Maria Grazia Melegari aka @soavemente mi presentò Federica Nardello non conoscevo ancora i suoi vini, di cui pure qualcuno – per la verità – mi aveva già parlato. Era settembre dello scorso anno e la FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) conferenziava a Milano sul tema dell’etilometro.
Quando poi, qualche mese dopo, mettemmo su un piccolo baratto (6 bottiglie di Fiano di Avellino per altrettante bocce di Soave), pregai la stessa Maria Grazia di non scegliere nessuno dei vini di Federica, che più facilmente rispetto ad altri avrei potuto recuperare. E invece, non fosse stato per la manifestazione dello scorso settembre organizzata da GoWine a Milano, non li avrei ancora assaggiati.
L’azienda di Federica e Daniele Nardello si trova a Monteforte d’Alpone e produce circa 30 mila bottiglie all’anno. Quelli che ho provato io, tutti in una volta, sono i 3 Soave Classico.
Il Meridies 2010 si chiama così un po’ perché le vigne sono esposte a mezzogiorno, un po’ perché sono tutte nella parte meridionale della zona storica di produzione. I suoi pezzi forte sono la semplicità e la facilità di beva, con la mineralità che è il marchio a fuoco del terroir. Un bianco pulito e lineare, che chiude lungo e succoso. 14 mila bottiglie al costo di circa 7 euro. Niente male.
Il Vigna Turbian 2010, invece, è un uvaggio di garganega (70%) – «la pasta del vino», dice Federica – e trebbiano (30%). Contrariamente a quanto si possa pensare, non è un cru: il nome rende onore a un piccolo vigneto in località Montetondo con viti vecchie di trebbiano di lugana o turbiana allevate “a pergola”. Il trebbiano è raccolto leggermente prima rispetto alle uve di garganega che, invece, appassiscono per circa 40 giorni. Ne risultano maggior corpo e complessità per un vino sempre e comunque segnato dalla mineralità vulcanica, con un finale lievemente amarognolo. Poco più di 5 mila bottiglie.
Mi è piaciuto di meno, invece, il cru Monte Zoppega 2009, garganega in purezza dai vigneti ai piedi dell’omonimo monte (poco più di 5 mila bottiglie). Ora come ora, benché il vino sia in bottiglia da luglio 2010, il legno (parte della fermentazione e affinamento in barrique scariche da 225 litri per 6 mesi) incide più delle intenzioni, finendo per appesantire il sorso pur rinfrancato da freschezza e salinità. Questione di tempo, probabilmente. Staremo a vedere.
Azienda Agricola DANIELE NARDELLO S.S.
via IV Novembre, 56
37032 Monteforte d’Alpone (VR)
tel/fax +39 045 7612116
info@nardellovini.it
Ciao Ale,
mi fa piacere che anche tu abbia scoperto i vini di Federica (e Daniele, “l’artefice”), tra l’altro ragazza simpaticissima!
Tutti i vini, sin dal “base” Meridies hanno buone potenzialità di invecchiamento, più di tutti il Monte Zoppega che come giustamente rilevi all’inizio può sembrare appensantito dal legno, anche se nelle mie bottiglie (ahimè finite da tempo!) non l’ho trovato così invasivo, ma senz’altro il tempo lo aiuterà a trovare il giusto equilibrio…
Ma il Suavissimus? Grande passito, sempre premiato negli ultimi anni!
A presto, Fabrizio
Fabrizio,
il Suavissimus l’ho mancato colpevolmente! Ci saranno certo altre occasioni per assaggiarlo! 😉