Non male questo uvaggio di greco bianco e chardonnay. Poco calabrese, forse. Anche per via di quella fascinosa borgognona e del passaggio in barrique, breve, che non copre ma esalta. Bianco da opposti: l’internazionale a braccetto con l’autoctono che, se appassito al sole, dona uno tra i nettari più pregiati.
Elegante e delicato nei profumi di mela, albicocca disidratata, erba appena tagliata e mentuccia. Snello e di grande piacevolezza, con una suadente apertura su dolci toni fruttati e un finale così marino, figlio di un terroir – quello di Cirò – bagnato dal mar ionio.
Un sorso estivo, lungo e appagante, di ottima rispondenza gusto-olfattiva. Da “madre goccia“, il mosto fiore che si ottiene dopo «la prima volta che si abbassano le travi sopra l’uva», come ben recita l’etichetta.