Ieri* sono stato a Gambellara a conoscere Giovanni Menti (cioè, Stefano) e le sue garganega (e non solo)**.
Ho scoperto che la DOC coincide con l’intero territorio dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso Vicentino e Zermeghedo e che raggiunge a malapena i 700 ettari vitati. La zona del Gambellara Classico, poi, ha la forma di un ferro di cavallo: sulla riva orientale (guardando le colline e la chiesetta di San Marco) vi sono i terreni più chiari, circa 55 ettari perlopiù calcarei, di origine alluvionale e non vulcanica (come il resto dei terreni che, invece, hanno colorazioni ben più scure).***
Ho assaggiato un bel po’ di vini – e anche una sopressa degna di nota – 😉 e magari c’ho pure capito qualcosa in più rispetto all’unico assaggio (il sorprendente Gambellara Classico 2008 di Cristiana Meggiolaro, barattato a Terroir Vino l’anno scorso e assaggiato qualche settimana fa) di una denominazione che rimane comunque quasi del tutto sconosciuta per il sottoscritto.
Ho ascoltato la storia di Stefano (al timone dell’azienda di famiglia dal 2002) e la sua idea di fare vino che non può prescindere dal rispetto per la variabilità delle annate (per capirci, lo charmat lungo Omomorto da uve durella è passato dai 12 gradi del 2010 ai 13 e mezzo del 2011, per dire); ho ascoltato le sue paure (e le speranze) per un’annata oggettivamente difficile ma non ancora definitivamente compromessa, in cui le viti stanno soffrendo un caldo feroce più o meno come quello che fu nel 2003.
Ho pure assaggiato alcuni dei vini che saranno: il Monte del Cuca (e non Cucca, io raddoppio sempre tutto), per esempio, che ho preferito nella versione in divenire targata 2010 (ancora in vasca) con macerazione, sosta sui lieviti e senza passaggio in legno (almeno per adesso), più masticabile rispetto al 2008 attualmente in commercio.
Insomma, come avrete capito, la puntatina lavorativa a Vicenza ha avuto i suoi lati positivi… 😉
* Quella di oggi è una mattinata di attesa; nel pomeriggio vado a fare un’altra sgambata ma non vi dico dove! 😉
** Devo ringraziare Stefano Menti per la pazienza e l’ospitalità; Davide Cocco aka @studiocru che mi ha accompagnato a Gambellara (prima) e a Verona (dopo) per la cena, con tanto di giretto turistico del capoluogo scaligero (balcone di Giulietta compreso); e poi Mariagrazia Melegari aka @soavemente per l’ottimo aperitivo, le bollicine (ecchissenefrega se qualcuno storcerà il naso) metodo classico di garganega di Tamellini.
*** è una semplificazione, eh.
Buono buono l’Omomorto, bevuto da poco ma non ricordo il millessimo, bella interpretazione di durello in bollicine.
Menti è una azienda da seguire con attenzione nella sua futura evoluzione (in crescita qualità) buoni prodotti a prezzi onesti.
[…] e l’altra – e una bottiglia pure – a casa di Stefano Menti (un breve flash qui): bevendo le garganega di Gambellara s’è finito per parlare del Soave (e anche […]