Ci sono davvero un mucchio di cose interessantissime da ascoltare nella videointervista che Fabio Pracchia ha fatto a Sean O’Callaghan per Slow Wine, compreso qualche consiglio di bevute da Australia e Sud Africa, due mondi vinicoli che Sean, origini irlandesi, conosce bene.
Dopo quasi 30 anni a Riecine, il Guercio ha lasciato Gaiole in Chianti e s’è rimesso in gioco nella vicina Radda in Chianti. L’imprenditore austriaco Karl Egger gli ha affidato un compito semplice semplice: fare i vini che piacciono a lui (a Sean, intendo).
Quasi soltanto sangiovese e un’idea precisa di base: lunghe macerazioni, con percentuali più o meno rilevanti di raspi, fermentazioni di due/tre mesi in cemento e tini aperti con rimontaggi giornalieri. L’obiettivo è fare dei Sangiovese quanto più eleganti è possibile, in un territorio dove nascono vini tendenzialmente più ricchi e speziati, estraendo quel poco che basta (anche in fatto di colore) e, soprattutto, lentamente. Sotto questo profilo l’utilizzo dei raspi è decisivo: «l’acidità si abbassa, di contro aumenta leggermente il ph, ma il tannino ne guadagna tantissimo in complessità ed eleganza».
Lui dice di avere tanto culo, ma il talento è innegabile, e non lo scopro certo io.
Piace perché: la volatile gioca su quella linea oltre la quale c’è solo il troppo. Accompagna, amplifica, non prevarica, diventa un acceleratore formidabile di succo e sapore, che lascia trasparire in tutta la loro essenza e purezza.
Bonus: l’etichetta semplice, pulita, senza orpelli, che un po’ richiama pure il vino e quel suo essere scarno, essenziale, nondimeno elegante.
Tenuta Carleone
Loc. Castiglioni
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