Quelle che seguono sono delle brevi note sugli assaggi che ho fatto nel corso del seminario di cui ho parlato ieri, sempre su queste paginette.
Riflessioni pre-gustative: moda o non moda, quello dei vitigni autoctoni è un mondo affascinante che richiederebbe (forse) maggiori sforzi in termini di studio e ricerca; la nostra Italia, per fortuna, ha un patrimonio ampelografico immenso. Nel caso dei vitigni (e dei vini) presi in considerazione – e questo è stato uno degli aspetti di maggior interesse del seminario – alcuni non vengono attualmente vinificati se non in risicatissime quantità, qualche altra uva non è nemmeno autorizzata. Salvo qualche eccezione, erano tutte etichette sconosciute per me: perciò, ancora più prudenza nei giudizi, nessuna voglia di sembrare perentori e/o in qualche modo definitivi. Anche perché lo scopo della degustazione era prettamente didattico.
Malvasia Bianca 2009*: vinificata secca, ha un colore verdolino e profumi di discreta eleganza seppur non particolarmente intensi. Profumi di frutta, soprattutto: i litchi, ad esempio. L’ingresso al palato ha una buona morbidezza, il finale è piuttosto amarognolo (e la cosa, in questo assaggio, incide sulla generale piacevolezza).
Prima Rosa Vdt Pelaverga rosato, Azienda Agricola Maero: è un rosato di sole uve pelaverga con 12 gradi e mezzo d’alcol e dal colore rosa chiaretto. Profumi di frutta e fiori, sorso coerente, finale che pecca un po’ in eleganza.
Colline Saluzzesi DOC Pelaverga 2009, Azienda Agricola Maero: bel colore rubino, piuttosto pallido ma luminoso. Buona finezza dei profumi: pepe bianco e piccole bacche rosse. Sorso fresco, poco tannico e di discreta sapidità; la nota alcolica è appena prevaricante, scappa un po’ via in bocca e chiude amarognolo.
Primi Grappoli Colline Saluzzesi DOC Pelaverga 2008, Azienda Agricola Vigna Monte d’Oro: ottenuto da sole uve di pelaverga e vinificato in solo acciaio, ha colore più cupo e, allo stesso tempo, maggiori trasparenze. Profumi non particolarmente intensi che ricordano soprattutto le spezie. Il sorso è più pieno e benché piuttosto fresco paga, in termini di equilibrio, la nota alcolica un filino sopra le righe. Tannino pressoché inesistente, finale asciutto e amaricante.
Slarina 2009*: colore che oscilla tra il rubino e il violaceo, con una certa luminosità. Profumi abbastanza intensi di fragoline di bosco; ha un che di brioso, è tannico e fresco. Gli manca l’equilibrio e il finale amarognolo non è gradevolissimo.
Carema DOC Etichetta Nera 2006, Ferrando & C.: 3 anni di affinamento di cui 2 in barrique per questo nebbiolo dagli affascinanti giochi di luce, che profuma di mela, melograno, viola e vaniglia, con un finale ancora un po’ verde.
Bric Boarelli Colline Saluzzesi DOC 2007, Azienda Agricola Vigna Monte d’Oro: uvaggio di chatus (40%), barbera (40%) e pelaverga (20%), vinificato in botte grande per 18 mesi e poi 3 mesi in acciaio: colore violaceo piuttosto intenso, profumi di discreta finezza tra cui si riconoscono le spezie e l’amarena. Sorso abbastanza equilibrato, fresco e con buona sapidità, segnato da un tannino più pronunciato. Finale piacevole, rispondente con le note olfattive di amarena.
Uceline 2007, Cascina Castlet: colore tra il rubino e il violaceo, profuma di marasca e fragoline di bosco, di fiori rossi. Abbastanza intenso il sorso, dove la trama tannica è ben integrata, il sorso è pieno e fresco. Coerente e lungo in bocca, peccato solo per il tannino immaturo e l’amarognolo finale.
Colline Saluzzesi DOC Quagliano 2009, Bonatesta Rovere: tra gli assaggi più interessanti: molto caratteristico il colore cerasuolo, profumi eleganti di mela grattuggiata, fichi secchi, dattero, prugna; vivace, dolce e con ottima freschezza tanto da risultare snello e agile, mai pesante e con una lunga persistenza aromatica.
Forteto della Luja Loazzolo DOC 2006, Forteto della Luja: che sia una vendemmia tardiva lo si intuisce, in parte, già dal colore dorato. Al naso, sotto il velo della pronunciata nota eterea, tanta frutta secca e una nitida nota di albicocca disidratata. Finale gradevole, di ottima coerenza.
Forteto Pian dei Sogni Loazzolo DOC 2006, Forteto della Luja: un brachetto di 9 gradi e mezzo, dal colore rubino e con belle trasparenze. Profumi non intensissimi di fragole e ribes rosso; in bocca è dolce e molto rispondente. Chiude asciutto con buona salivazione e un finale giocato sugli aromi della frutta secca.
*vinificati dall’Istituto di Virologia Vegetale presso l’Istituto Bonafous Città di Torino – Chieri (TO).