Quando l’ho incontrata la prima volta, Arianna Occhipinti non era ancora l’icona del vino “naturale” siciliano che è oggi. Quella sera a Milano – era il novembre del 2010 – raccontò se stessa e i suoi vini a Enocratia.
Non l’ho più vista da allora né ho letto Natural Woman, ma per fortuna non ho mai smesso di bere i suoi vini. L’ultimo assaggio in ordine di tempo è stato quello – assai convincente – del Terre Siciliane IGT Rosso “SP68” 2014, che poi sarebbe il vino più importante della ragazza di Vittoria, almeno in fatto di numeri.
La nota eterea (cipria?), appena fuori giri all’esordio, ha il merito di tenere sempre viva l’attenzione sul calice, che – dopo un incipit “vinoso” – profumerà di fiori ma anche di agrumi.
Il discorso si fa ancor più interessante al palato, dove sembra venir fuori con maggiore insistenza anche una nota salmastra. L’identikit è quello del vino goloso, croccante nel frutto e appena più scuro nel timbro delle spezie, che ha un incedere veloce ma non perde mai la messa a fuoco. Un rosso che ha spinta e allungo, con un finale intenso che parla soprattutto di arancia e spezie.
Vivamente consigliato per spiegare il significato del verbo “tracannare”. Da bere avidamente, a grandi sorsate.
Agricola Occhipinti
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