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Casefatte, un piccolo grande bianco da una zona di grandi rossi

Prima ancora che un bianco di assoluto rilievo, tanto più perché arriva da un areale tradizionalmente vocato per la produzione di grandi rossi da aglianico, Casefatte è un ricordo che non si può cancellare. La casa in contrada Sant’Eustachio a Castelfranci, quella che il papà Giuseppe aveva fatto al rientro dal Venezuela soltanto pochi anni prima, crollò a seguito del sisma del 1980; la piccola cantina dei suoi due figli Raffaele e Giovanni è stata costruita appena pochi metri più in là.

Casefatte, dicevo, è anche un vino buonissimo, che la famiglia Boccella ottiene dalle uve fiano della vigna che si trova a poca distanza dalla cantina.

Campania IGT Fiano

Rispetto al passato, quando si arrivava comodamente alle 48 ore, la macerazione non supera l’arco di una giornata. Il 2018, ancora in vasca, sembra avere qualcosa in più in fatto di luminosità, sarà pure perché s’è preferito anticipare la raccolta alla prima decade di ottobre (eh sì, da queste parti si va abbastanza per le lunghe). La scelta dell’epoca di vendemmia nel millesimo 2017 è stata, al contrario, dettata dal particolare andamento climatico e il vino è certamente più caldo e dorato, più largo in bocca, non per questo meno vibrante.

La cosa strabiliante è stata l’evoluzione del 2017 aperto durante la mia visita in azienda: dopo una settimana era ancora lì, con una lieve affumicatura a nascondere le note fruttate e quelle più dolci di camomilla, il sorso caldo e confortante.

Poco più di 1200 bottiglie per un bianco da non perdere.

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