L’Aglianico del Taburno Grave Mora 2007 di Fontanavecchia: la leggerezza di 16 gradi alcolici.
Tra gli equivoci più diffusi nell’enomondo, dalla parte di chi il vino lo beve soltanto, c’è di sicuro l’assunto secondo cui uno di 16 gradi sarebbe ineluttabilmente pesante e non, al contrario, uno con appena (si fa per dire) il 13% di titolo alcolometrico.
Ci pensavo proprio ieri sera a cena, mentre bevevo l’Aglianico del Taburno Riserva “Grave Mora” 2007 di Fontanavecchia. Che è certamente un rosso potente e vigoroso, ma non soltanto. Per la cronaca, il millesimo in questione si avvia a maturità, sembra (forse) solo un po’ più avanti della sua effettiva età anagrafica, ma potrebbe essere tutta questione di annata.
È come se -semplificando- dovessimo metterci alla guida di due autovetture di grossa e uguale cilindrata: la differenza la fanno sempre e comunque i cavalli. E quelli del Grave Mora si chiamano acidità e sapidità, caratteristiche che da un lato rinfrancano la beva, dall’altro assicurano scatto e allungo, il cambio di passo dei cavalli (quelli animali) di razza.
Tant’è che alla fine ho fatto notare a mio suocero i 16 gradi stampati in controetichetta e lui mi ha risposto: «non si sentono affatto». Come volevasi dimostrare.