Quattro personalissime interpretazioni liquide di aglianico, quelle di Cantina Giardino.
Se oggi possiamo godere (per fortuna!) dei vini di Cantina Giardino è semplicemente perché, a un certo punto della sua vita, Antonio De Gruttola è riuscito a superare la paura della “consacrazione fiscale” (cit. Daniela, la moglie) e s’è messo a fare bianchi e rossi dell’Irpinia, a modo suo.
I numeri sono confidenziali, ma i vini di Cantina Giardino sono sempre più apprezzati e si trovano ormai quasi in ogni parte del mondo. I bianchi, se vogliamo, sono (forse) i vini più arditi e concettuali*, già a partire dai colori profondamente diversi da quelli paglierini e limpidini che Antonio – un passato da enologo per una grande azienda vinicola irpina – conosceva assai bene.
L’altra settimana a Roma – tutto esaurito a Il Sorì – Daniela e Antonio ci hanno presentato 4 diverse interpretazioni di aglianico. Come se non avessi già abbastanza motivi per programmare una puntatina ad Ariano Irpino, mi sono piaciuti. Il Nude, in particolare, si conferma un “vino del cuore”, uno di quelli che difficilmente me lo faccio scappare se lo pesco in carta da qualche parte.
gli assaggi
Le fole 2012 (macerazione di 1 mese, maturazione in legno** e poi bottiglia) è un Aglianico di una vecchia vigna di Montemarano. C’è una volatile abbastanza spinta, comunque integrata nel tutto. I profumi di ciliegia e fiori rossi vengono fuori appena dopo lo smalto, rosmarino e menta piperita ravvivano un quadro gustativo e olfattivo altrimenti piuttosto semplice.
Drogone 2012 è un Aglianico di Castelfranci. Macerazione più lunga e affinamento in legno per 3 anni, con 1 anno e mezzo di bottiglia, prima della commercializzazione. Colore più cupo, così come al naso, bocca slanciata, sorso intenso ed ugualmente rinfrescante.
Il Clown Oenologue 2012 è un vino “di rottura”, in pratica il risultato di tutto quello che non s’era quasi mai fatto in zona. Uso dei raspi e vinificazione in anfore di argilla (delle vigne di Montemarano poste più in alto), un anno di macerazione sulle bucce e un anno di botte, prima della bottiglia. L’approccio è un po’ complicato, soprattutto al naso, ma si lascia apprezzare per il sorso che, a conti fatti, non si discosta poi molto dalle espressioni più territoriali dell’aglianico irpino.
Della mia personale preferenza per il Nude 2007 ho già detto. Aggiungo che è vino che, a parere di chi scrive, bene riesce a sintetizzare le potenzialità dell’uva aglianico, efficacemente comprensibili soltanto nella “dimensione dell’attesa“. La vinificazione segue i canoni della tradizione***. Non c’è il portamento aristocratico di certi altri grandi rossi, ma la bocca è intensa e succosa e, soprattutto, lavora bene sul ragù napoletano preparato per l’occasione. Da una vecchia vigna prefillossera.
Cantina Giardino
via Petrarca, 21/B
83031 Ariano Irpino (AV)
T/F +39 0825 873084
C +39 334 6083409 (Daniela)
M info@cantinagiardino.com
* lunghe macerazioni, nessuna aggiunta di solfiti, né filtrazioni né chiarifiche.
** solo legni locali. Nel caso specifico, castagno.
*** macerazione lunghissima con capello sommerso, fermentazione di 3 mesi, maturazione in legno per 6 anni e poi in bottiglia per 2/3 anni.
L’Aglianico è sicuramente un buon vino, non dimentichiamo che viene prodotto anche in Puglia e soprattutto presenta delle diversità interessanti.
Certo! 😉