Il disciplinare del Fiano di Avellino* non prevede la tipologia spumante, che tanto va di moda oggi. Ciò nonostante, aziende tipo Villa Raiano e Montesole o artigiani come Ciro Picariello (giusto per fare qualche nome) già si cimentano, da alcuni anni e con discreti risultati, nella spumantizzazione del fiano.
Un “Fiano con le bolle” non è una novità nemmeno a Cantina del Barone. Ricordo che in una delle mie prime puntatine a Cesinali – era l’aprile del 2011 – Luigi Sarno stappò una bottiglia di quello che era soltanto un esperimento “casalingo”**. Perlage non proprio finissimo ma fitto, bollicina assolutamente efficace nella presa del palato.
Sono ritornato a Cantina del Barone nel luglio scorso***. Per la gioia di mio figlio, c’erano una ventina di bambini intenti a giocare davanti alla gabbia dei pavoni. Ero di frettissima, soltanto due chiacchiere prima di trovare rifugio in cantina e scorgervi una cesta di bottiglie coricate, con tutta l’aria di esser pronte a frizzare.
Luigi mi ha regalato una boccia ed io non ho potuto che tirargli il collo. Posso dirvi che m’è parso di cogliere lo stesso carattere dei due Fiano di Cantina del Barone, quell’impronta un po’ selvaggia -se vogliamo- da alcuni rinnegata, da altri invece apprezzata e ricondotta pur sempre ad un concetto di tipicità.
Nulla so del nome che sarà. Poche bottiglie da rifermentazione ancestrale, in uscita -forse- a Natale.
[nella foto, la vigna “Particella 928” 5 anni fa]
* la DOC risale al 1978, la DOCG è del 2003.
** di quel giorno conservo ancora un video, purtroppo un po’ sfocato.
*** e ci ho beccato pure Angelo Muto di Cantine dell’Angelo. Come si dice, due piccioni con una fava. 😉