L’appellation d’origine contrôlée Montlouis sur Loire è una denominazione a tutto chenin blanc* che conta in tutto 400 ettari di vigneto. Francois Chidaine ne possiede circa 20 (suddivisi in una trentina di parcelle) e li conduce dal 1999 secondo i principi della biodinamica.
L’altra sera, qui a Roma, ho provato alcuni dei suoi vini a La Salsamenteria di via Monti Parioli.
Montlouis sur Loire Méthode Traditionnelle Brut Nature (12%): è un metodo classico dal perlage fine e persistente, con un’acidità marcata ed un dosaggio molto basso (2 gl). Non uno spumante di particolare complessità ma decisamente piacevole: al naso, note gessose, poi frutta e fiori bianchi; in bocca, dritto e tagliente, come piace a me, pur non mancando affatto la ciccia.
Montlouis sur Loire Les Tuffeaux 2010 (13%): i 14 g/l di residuo zuccherino sono il risultato di una vendemmia leggermente ritardata (e non dello zuccheraggio, pratica che sarebbe pure ammessa da quelle parti) ed il colore è più intenso. Pesca e sentori di cedro, al naso; ottima rispondenza gusto-olfattiva, finale di apprezzabile persistenza che chiude sulle note di frutta.
Montlouis sur Loire Les Bournais Franc de pied 2011 (14,5%): il vino che ho preferito. Il naso è leggermente più ermetico, sugli inizi, ed anche un po’ più rustico – se posso dire – rispetto agli altri bianchi della serata. Struttura e tenore alcolico sono decisamente più importanti ma la beva è tutt’altro che appesantita. Secco, verticale, minerale, lieve finale amaricante. Bello.
Montlouis sur Loire Moelleux 2010 (13%): si sale con il residuo zuccherino ma non c’è mai stucchevolezza. Profumi molto eleganti di cedro candito, grande equilibrio e finale movioleggiante.
* Lo chenin blanc è un’uva di grande versatilità e si presta alle più svariate lavorazioni; i vini che vi si ottengono hanno spiccata acidità ed ottime potenzialità di invecchiamento.