Ne è passato di prosecco sotto i ponti da quando incrociai per la prima volta il Colfòndo di Bele Casel. Era l’edizione 2010 di Terroir Vino, lo beccai per caso al tavolo del #BarattoWineDay e mi costò giusto una bottiglia (anche se non ricordo più quale).
Mi viene da sorridere nel rileggere quello che scrissi di quella boccia, così “diversa” per il mio palato di allora, così “nelle mie corde” oggi che ho superato le stranezze di un approccio sicuramente non facile. Il bello del vino, dopotutto, è anche questo: scoprire e scoprirsi col tempo.
Sorrido, poi, nel constatare che ai miei parenti più stretti il Colfòndo comincia proprio a piacere. Superati gli imbarazzi iniziali (ma perché è così torbidino? ma cos’è sta’ posa sul fondo?), si sono abituati alla grandissima. Anche troppo, a dire il vero.
Gioisco e -un attimo dopo- piango: ché ormai le scorte di Bele Casel non bastano mai. 😀