L’etichetta – disegnata dalla pittrice tortonese Cristiana Cattaneo – raffigura tre bambini che giocano nei vigneti inseguendo un aquilone, ad un tempo ricordo di infanzia e dichiarazione d’amore per il territorio. Colore giallo paglierino abbastanza carico, di grande luminosità. Ottima consistenza. L’impatto olfattivo è intenso. I profumi tipici del vitigno (idrocarburi) emergono già adesso, a distanza di due anni dalla vendemmia; e arricchiscono la batteria dei profumi in dotazione. Si succedono note agrumate, leggermente citrine, balsamiche e minerali. Con una percezione d’esordio oserei dire quasi “formaggiosa”, come a suggerire il sublime abbinamento con il montébore (oggi Presidio Slow Food). Il sorso è secco. L’ingresso al palato è di buona morbidezza, pieno, con grandi sensazioni di freschezza e sapidità. Lunga persistenza in perfetta coerenza con le percezioni olfattive iniziali di frutta. Di ottimo equilibrio, stupirà con il tempo e l’ulteriore affinamento in vetro. Un’altra conferma per la “piccola vigna” di Vho di Tortona, in provincia di Alessandria: un cru interessante, ad un prezzo molto competitivo e sicuramente di grandi prospettive; che si aggiunge all’altro timorasso di casa – quello “base” – il ‘Derthona’ (il vino, il vitigno e il territorio). L’abbinamento?!? Lo [s]ceglie lui (il timorasso): risotto alla zucca e al montébore dell’agriturismo Vallenostra di Mongiardino Ligure (AL),
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