Era parso subito chiaro che quella abbattutasi sull’Italia tra la seconda e la terza decade di aprile fosse stata un’ondata di gelo eccezionale e lo confermano purtroppo le prime stime ufficiali a cura di Assoenologi.
In Campania «le pesanti gelate notturne – dice Roberto Di Meo, Presidente della sezione regionale di Assoenologi – hanno gravemente condizionato le prime fasi vegetative della vite in quasi tutti gli areali di produzione». Tuttavia «l’eterogeneità delle prime fasi di sviluppo dei germogli ha limitato fortunatamente il danno, interessando buona parte dei germogli già accresciuti e risparmiando così le gemme che appena si aprivano».
Tra le zone più colpite, il Sannio e l’Irpinia. Nell’areale di Tufo, in particolare, i danni sembrerebbero ben maggiori di quelli mediamente stimati a livello regionale (15-20%). La gelata tardiva ha bruciato i germogli della vite già sbocciati per via dell’anticipo del ciclo vegetativo della vite, provocando una vera e propria “paralisi” della pianta, a differenza di quanto avvenuto con la gelata dello scorso anno, precedente di appena qualche giorno.
La speranza – ne parlavo qualche giorno fa con Angelo Muto (Cantine dell’Angelo), mentre passeggiavo nei suoi vigneti – è che nei prossimi giorni vi sia un aumento delle temperature, così che la vite possa ripartire. Ma la situazione, al momento, è tutt’altro che facile.