Pensare che dopo il Vinitaly mi ero detto è ora di rilassarsi. Invece, due giorni li ho trascorsi nei Colli Tortonesi su invito dello IAT di Tortona, insieme ad alcuni giornalisti stranieri interessati a scoprire le secret Piedmont wine areas e – tra questi – Paul Balke, autore del libro “Piemonte”, che avevo conosciuto qualche tempo fa a Milano.
Che poi, in realtà, la zona non è poi cosa segreta per me e per i molti che hanno imparato a conoscerla e ad apprezzarla come terra di grandi vini, in particolare quelli ottenuti da uve timorasso.
Alcune ore trascorse in compagnia degli stessi produttori: Elisa Semino (La Colombera), Claudio Mariotto, Walter Massa, Francesco Bellocchio (Vigne Marina Coppi) e Maddalena Ghislandi (Cascina I Carpini), tanto per fare alcuni nomi.
Tanti assaggi. Timorasso, sì; ma anche barbera, croatina, favorita. In pratica, una carrellata – nemmeno esaustiva, a dirla tutta – dell’intera denominazione.
Con un’attenzione particolare al timorasso, che è sempre più vino del cuore. Con le sue sfumature nel calice e un denominatore comune, per usare le parole di Claudio Mariotto: la mineralità regalata dai terreni perlopiù calcareo-argillosi.
Come quelli nella foto: una panoramica dei vigneti Massa visti dalla cantina aziendale.