Secondo Tom Hyland i bianchi italiani, negli ultimi dieci anni, sono divenuti «altamente distintivi», al punto di poter essere tranquillamente annoverati tra i migliori al mondo. Merito della tecnologia e della ricerca in vigna, che hanno dato ai bianchi «molto più carattere, complessità, purezza varietale e, cosa forse più importante, struttura per un notevole potenziale di invecchiamento».

Al di là delle singole menzioni* – i Greco di Tufo di Pietracupa e Petilia nei primi 10, ma anche il “Cutizzi” dei Feudi di San Gregorio, il “Tornante” di Vadiaperti e il Greco di Tufo di Donnachiara – gioisco, in particolare, per la seguente affermazione: «la Campania può essere la patria dei bianchi più raffinati d’Italia e il Greco di Tufo è probabilmente il miglior bianco della Campania, sia per la sua struttura – i migliori esempi mostrano una straordinaria complessità dopo 7-10 anni – sia per la sua spiccata mineralità».
In pratica, una vera e propria dichiarazione d’amore per il bianco che si produce a Tufo e negli altri sette comuni della provincia di Avellino. Sapete bene che sono perfettamente d’accordo. 😉
*anche il Fiano di Avellino riscuote successi con Pietracupa, Villa Diamante, Tenuta Sarno, l’Alimata di Villa Raiano e l’etichetta “base” di Ciro Picariello.
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